MANTOVA – Erano state rinviate a giudizio per rapina, furto e anche violenza sessuale. Una lunga scia di reati che aveva portato alla sbarra dodici persone, quasi tutte donne nomadi di etnia rom. Ieri mattina davanti al collegio dei giudici l’avvio del processo instaurato a loro carico. Dovranno rispondere di diciassette colpi messi a segno in concorso tra il 2017 e il 2018, in diverse zone della provincia virgiliana: tre a Mantova e a Porto Mantovano, due a Ostiglia e uno a Goito, San Benedetto Po, Curtatone, Castelbelforte, Poggio Rusco, Castiglione, Gazoldo degli Ippoliti, Ceresara e Pegognaga. Sul banco degli imputati Alina Dumitru, senza fissa dimora, Daniela Filipache, romena già sottoposta alla misura del divieto di dimora nella provincia di Mantova, Artemiza Paun, latitante romena, Monica Paun, romena, Artemiza Filipache, romena con divieto di dimora nella nostra provincia. E ancora Elena Zoltan, romena raggiunta dallo stesso provvedimento. A queste si aggiungono Monica Constantin, romena, Somayah Hassani, iraniana irreperibile, Kostana Mesarevic, di nazionalità serba residente a Modena: anch’essa non può dimorare nella nostra città. E infine Alija Ahmetovic, croata di Modena, Rebeca Vaduva, di Cerea e Cristiano Moretto di Milano. Tra gli episodi a loro ascritti, furti in abitazione o raggiri con la tecnica dell’abbraccio. Le donne infatti avvicinavano le loro vittime e fingendo di chiedere un’informazione o facendo avance sessuali, le abbracciavano, sfilando così orologi, catenine, e anelli. Il prossimo 4 febbraio la seconda udienza.