MANTOVA – Basta centralismi, e si dia corpo ai dettati costituzionali (articoli 116 e 117) per realizzare ciò che lo stesso premier Mario Draghi ha considerato un “aiuto ai conti pubblici”, ossia il federalismo fiscale. Insomma, è tempo che si riparli di autonomie.
A sostenerlo è la ex senatrice leghista Irene Aderenti che ha indirizzato un appello a Draghi, oltre che ai ministri delle finanzie Daniele Franco e degli affari regionali Mariastella Gelmini. Una missiva sacritta in qualità di referente regionale dell’associazione “22 Ottobre per l’autonomia”, “Alpi” e altre. Insomma, un sollecito a prendere in considerazione quel processo di feedralismo fiscale per il quale si erano mossi con un voto referendario nel 2017 la Lombardia, il Veneto, ma anche l’Emilia Romagna e la Liguria.
«Il federalismo è senz’altro un mezzo per migliorare l’efficienza del sistema paese – scrive Aderenti al premier –. E come tutte le riforme vere ha un costo. Perciò, perché non impiegare una parte di Next Generation Eu per finanziare una riforma di questo tipo?».
Sarebbe davvero un “bel regalo” alle generazioni future, conclude la senatrice, se Draghi e i ministri competenti dessero ascolto a chi chiede ascolto per dare vita a «una riforma che riconosca più responsabilità e autonomia alle regioni o ai territori più ampi», ma «con ologrammi socio-economici-culturali simili, utili a migliorare Italia e Italiani».