MANTOVA – Non ci sarà commissariamento dell’Apam. L’assemblea dei soci ha approvato il bilancio consuntivo 2022 accertando che la società è riuscita a chiudere in sostanziale pareggio con un utile netto di 18.200 euro. La nota diffusa parla di un anno comunque “complicato e travagliato”, visto l’esorbitante incremento dei costi dei carburanti, e la troppo lenta ripresa degli incassi dopo la fase pandemica e post-pandemica che avevano messo in grossa difficoltà l’Apam, quanto tutte le aziende di trasporto pubblico italiane.
In dettaglio, l’Apam segnala che il valore della produzione ha registrato un aumento del 12,4%, raggiungendo nel 2022 l’ammontare di 32.946.900 euro, in particolare per effetto del parziale recupero dei ricavi da vendita di biglietti, dei ricavi per servizi di trasporto scolastico, e per servizi di noleggio, quasi dimezzato nel 2020 e 2021 a causa dell’emergenza sanitaria. Decisivo anche l’incremento dei corrispettivi per i servizi di Tpl.
Nell’ultimo triennio sono diminuiti in modo significativo i ricavi alla biglietteria: nel 2020 il mancato introito era stato di 4,212 milioni sul 2019; 3,32 milioni nel 2021, e nel 2022 i minori ricavi sul 2019 ammontano a 1,494 milioni.
Notevolmente aumentati anche i costi che passano da 30.066.500 a 32.799.900 euro (+9,1%). Significativo è l’incremento dei costi di materie prime e consumi, che passano da 4.927.900 a 7.215.200 con un aumento del 46,4%.
«Dopo le chiusure in passivo del 2021 e del 2020, il risultato di quest’anno segna un’importante inversione di tendenza per la quale è stato decisivo il lavoro sinergico del management di Apam e il fondamentale contributo e impegno di tutti i lavoratori», recita una nota. Che aggiunge: «Prezioso anche il contributo degli enti che hanno veicolato le straordinarie risorse messe a disposizione a livello nazionale».
Ora lo sguardo dell’Apam, che presto avrà il rinnovo delle cariche, è volto al futuro, con fiducia «anche se non senza qualche preoccupazione: è in corso un’importante interlocuzione con l’Agenzia del Tpl per definire un riequilibrio dei contratti in essere, il cui valore e la cui impostazione non sono più sufficienti a coprire l’impennata dei costi. L’auspicio è che si riesca in tempi brevi a concludere positivamente questo percorso così da mettere in sicurezza anche il 2023 e consentire all’azienda di riprendere il cammino di investimenti e di innovazione che era stato avviato negli scorsi anni», conclude la nota.