MANTOVA Un pugnetto di voti giusto per arrotondare, e l’on. Marco Carra, eletto per il Pd al consiglio regionale, avrebbe raccolto qualcosa come 5.700 voti, dei quali 500 nel capoluogo, ove si pensava che l’egemonia del vicesindaco Giovanni Buvoli sarebbe stata totale. Per quest’ultimo però non c’è stata storia, e nel complesso ha raccolto quasi 3.900 preferenze, per la gran parte in città, rimanendo così distaccato di ben 1.800 voti.
È su questa sorpresa niente affatto annunciata che il partito dei Dem ha iniziato la propria riflessione, partendo dalla premessa che la candidatura di Buvoli, uomo di punta nella giunta di Mattia Palazzi, abbia rappresentato una sorta di prova di forza del sindaco stesso nel proprio partito, il quale nondimeno deve ora prendere atto di una realtà ben percepibile nei numeri e nei fatti: il capoluogo, che pure si distingue per controtendenza (il candidato Majorino in città ha superato l’antagonista Fontana e il Pd stesso ha registrato un exploit da 39%) non è rappresentativo della geografia politica provinciale.
Al di fuori della cintura dei suoi laghi, Mantova fatica ad assumere un ruolo dominante, e lo si era percepito anche nel dicembre di due anni fa, quando il candidato di centrosinistra fortemente voluto da Palazzi, Alberto Borsari, è stato battuto da Carlo Bottani grazie anche a qualche defezione strategica del centrosinistra, soprattutto dell’hinterland, che invece avrebbe sostenuto il sindaco marmirolese Paolo Galeotti.
Apprezzatissimo primo cittadino nel proprio feudo, parrebbe insomma che Palazzi non mostri un pari “appeal” politico nella geografia Dem del rimanente territorio virgiliano. La “centralità” del capoluogo da lui tanto auspicata anche in Provincia non è stata recepita, così come anche ai livelli alti regionali del Pd non aveva incontrato i debiti favori l’idea di vederlo in prima fila nelle regionali – da lui stesso invero sempre smentita come ipotesi di percorso.
Senza nulla togliere a entrambi i candidati di punta del Pd in questa tornata regionale, l’evidenza rimane quella (espressa dai numeri) di una vecchia guardia che conferma e consolida il suo primato, con buona pace di questa Mantova “pigliatutto”, che però non sfonda. Lo dimostrerebbe persino l’università, dove all’infuori del capoluogo gli altri Comuni non partecipano alle spese nemmeno con cifre simboliche. Il che è tutto dire.