MANTOVA Coldiretti Mantova guarda al futuro dell’agricoltura e dell’agroalimentare e studia le linee dell’agricoltura dei prossimi dieci anni, con una forte attenzione alla qualità, all’ambiente, alla salubrità delle produzioni e, contemporaneamente, con produzioni fortemente orientate al mercato, all’export e all’affermazione del vero Made in Italy. A dialogare con l’assemblea presieduta dal presidente Paolo Carra e aperta dall’assessore regionale all’Agricoltura Alessandro Beduschi, è stato il professor Giuliano Noci, prorettore del Politecnico di Milano e ordinario di Ingegneria Gestionale. Sul tavolo, i nodi di un’agricoltura ad alto valore aggiunto e caratterizzata da importanti Indicazioni Geografiche come quella mantovana, fortemente orientata all’export. “Nel 2022 – sottolinea il presidente Carra – la provincia di Mantova ha esportato prodotti agricoli e alimentari, compreso il vino, per oltre 986 milioni di euro, in crescita dell’11,9% rispetto all’anno precedente”. Tuttavia, prosegue Carra, “l’ultimo anno ha modificato gli orizzonti, la scena e le prospettive per l’agricoltura mantovana, con costi di produzione esasperati, accesso al credito più difficile, un ritorno dell’inflazione sconosciuto ai più giovani, l’avvento della siccità e un approccio da parte del consumatore che talvolta diffida del sistema agricolo e alimentare, pur riconoscendo la qualità del Made in Italy”. A tutto ciò si aggiunge la complessità della burocrazia, un muro che l’assessore all’Agricoltura della Lombardia Beduschi punta ad abbattere o, quanto meno, a ridimensionare (“Servono bandi accessibili e dobbiamo migliorare un sistema informatico che talvolta è lacunoso”), ma anche problemi come la fauna selvatica (dalle nutrie ai cinghiali), con l’obiettivo della Regione di valutare la sperimentazione della sterilizzazione delle nutrie e l’alleanza con il Piemonte per eradicare completamente il cinghiale dai territori. Fra le missioni dell’assessore Beduschi, anche quella di “avvicinare i giovani alla professione dell’agricoltore, perché il settore è in grado di attrarre occupazione”. Il futuro dell’agroalimentare italiano, che vede Mantova una delle province più rappresentative per numeri e qualità, sarà quello di “posizionare il Made in Italy su un livello superiore in termini di prezzo rispetto a quanto avvenuto fino ad ora, perché la percezione di qualità dei nostri prodotti è elevato in tutto il mondo”, sferza la platea il professor Noci. Il settore sta attraversando una nuova fase e le opportunità non mancano, “anche perché negli ultimi cinque anni non siamo cresciuti in quantità esportate e la crescita in valore di cinque milioni di euro segnata nel 2022 sull’anno precedente è legata a dinamiche anche inflattive e non a un posizionamento dei prodotti su un livello più elevato”. Un punto di forza è, secondo il prof. Noci, legato ai “valori dell’italianità, che la pandemia ha messo al centro, proprio perché ha spinto verso salubrità, benessere, qualità, che sono tratti identitari che i consumatori attribuiscono ai prodotti italiani”. Altrettanto fondamentale la questione ambientale, un driver di scelta da parte del consumatore sempre più pressante. Come muoversi, in futuro? “Bisognerà declinare la consapevolezza ambientale con il precision farming quale elemento di razionalizzazione del consumo di risorse, dimostrando così di essere in grado di coltivare meglio e tutelare le risorse come l’acqua e il suolo – suggerisce Noci -. E il ruolo di sensibilizzazione dei mercati spetterà in primo luogo agli agricoltori, tramite piattaforme di comunicazione e di commercializzazione, anche digitali, in grado di raggiungere quei mercati che cercano qualità e italianità”. La stessa Coldiretti, grazie ai valori rappresentati, potrà costituire un aggregatore per nuovi mercati, per formare i giovani e il capitale umano, per raggiungere quella fascia di popolazione che chiede salubrità delle produzioni, sostenibilità e ambiente.