Morti bianche, Mantova maglia nera in Lombardia e 16ª in Italia

Immagine d'archivio

MANTOVA Con 10 incidenti mortali sul lavoro nel corso del 2022 su una platea di 173.879 occupati, la provincia di Mantova si colloca al 16º posto, in piena “zona rossa”, nella graduatoria stilata dall’Osservatorio sicurezza sul lavoro della società Vega Engineering di Mestre. A conferma dell’allarme già sollevato più volte dalle tre sigle sindacali (Cgil, Cisl e Uil), Mantova è tra le province lombarde quella con il dato più allarmante, seguita da Cremona (21ª in graduatoria nazionale con un bilancio di 8 morti su 143.314 occupati).
La graduatoria dell’Osservatorio sicurezza sul lavoro Vega Engineering, aggiornata al 30 novembre 2022, è stilata a partire dai dati ufficiali Inail e prende in considerazione solo gli infortuni mortali accaduti in occasione di lavoro, con esclusione quindi di quelli in itinere. Per rendere confrontabile il dato fra province con diversi livelli di occupazione, l’analisi prende in considerazione l’incidenza degli infortuni mortali, cioè il numero di infortuni mortali ogni milione di occupati. La graduatoria è divisa in quattro «zone»: rossa, arancione, gialla e bianca. Con un dato pari a 57,5 infortuni mortali ogni milione di occupati, Mantova precede in Lombardia Cremona (55,8); Brescia (46,2); Sondrio (41); Milano (in zona gialla con 24,1); Como (zona bianca, 23); Lecco (21,4); Lodi (19,7); Bergamo (18,9); Varese (16,1) Pavia (13,3) e, infine, Monza e Brianza (13,1). «In tutta Italia – spiega Mauro Rossato, presidente dell’Osservatorio Vega – sono statati superati i mille morti nel 2022 e manca ancora un mese al bilancio annuale. Sono 1.006 i lavoratori che da gennaio a novembre 2022 hanno perso la vita da Nord a Sud del Paese con una media di oltre 91 vittime al mese.
Stiamo parlando di oltre 22 decessi alla settimana e di almeno 3 infortuni mortali al giorno. Sono 722 gli infortuni mortali verificatisi in occasione di lavoro e 284 in itinere (cresciuti del 21,4% rispetto allo scorso anno quando era ancora assai diffuso lo smart working). Nel periodo gennaio-novembre 2021 – continua -, invece, i decessi totali sono stati 1.116 e, come nei mesi scorsi, stiamo osservando un decremento della mortalità, purtroppo solo apparente. Infatti, ricordiamo come quest’anno siano quasi sparite le vittime sul lavoro correlate al Covid (10 su 909 secondo le stime degli ultimi dati disponibili di fine ottobre 2022). Lo scorso anno, invece, costituivano tragicamente oltre un quarto dei decessi sul lavoro (282 su 1017).
Ciò significa che gli infortuni mortali non Covid sono cresciuti del 22% passando dai 735 di fine novembre 2021 agli 899 del 2022. Quest’ultimo dato è del tutto analogo a quello del 2019, pre-Covid, a dimostrazione che il tragico fenomeno delle morti sul lavoro sostanzialmente non subisce diminuzioni da anni». In numeri assoluti in cima alla graduatoria con il maggior numero di vittime in occasione di lavoro è – inevitabilmente a livello statistico – la regione con la maggior popolazione lavorativa d’Italia, cioè la Lombardia (115) che, per contro, come abbiamo visto in precedenza, presenta un’incidenza di infortuni mortali al di sotto della media nazionale. In zona arancione: Puglia, Umbria, Marche, Sicilia, Piemonte, Toscana e Veneto. In zona gialla, cioè sotto la media nazionale: Abruzzo, Molise, Lazio, Liguria, Emilia Romagna, Sardegna e Lombardia. In zona bianca, ossia la zona in cui l’incidenza delle morti sul lavoro è la più bassa: Friuli-Venezia Giulia.