Neonato scosso: i sintomi sono compatibili con l’accusa. La difesa: caso in chiaroscuro

MANTOVA I sintomi erano quelli di un caso di neonato scosso. Lo ha dichiarato ieri l’ex direttore della rianimazione pediatrica dell’ospedale di San Giovanni Rotondo durante la sua deposizione al processo per un caso di shaken baby (bambino scosso) che vede accusata di lesioni la madre di un bimbo che all’epoca dei fatti, estate 2019, aveva pochi mesi. Ma quegli stessi sintomi non sarebbero poi così nitidi e inequivocabili, secondo la difesa, che reputa questo come un caso in chiaroscuro. È proseguito ieri il processo dibattimentale che riguarda un caso di maltrattamenti su un neonato per il quale sono finiti a giudizio entrambi i genitori. A processo con rito ordinario è la madre del piccolo, vittima di un caso di shaken baby (bimbo scosso), mentre il padre, che è stato condannato a due anni e sei mesi di reclusione con rito abbreviato è in attesa del processo d’appello. I fatti risalgono all’estate 2019, quando la coppia, che aveva in tutto tre figli, era partita dal Mantovano per andare a passare le vacanze dalla nonna materna dei bambini in provincia di Foggia. Durante il viaggio il loro bambino avrebbe avuto una prima crisi poi rientrata, Una volta casa della nonna materna però c’era stata una seconda crisi nel corso della notte. Sarebbe stata proprio la nonna ad accorgersi delle lesioni del nipotino neonato. Portato in ospedale il bimbo, che appariva anche denutrito, disidratato e sotto peso, era stato sottoposto a un intervento neurochirurgico ed erano inoltre emerse lesioni e sintomi della sindrome del “bambino scosso”. Le indagini che erano seguite avevano portato all’arresto della donna mentre il marito era invece stato indagato a piede libero. Nel frattempo i tre figli della coppia sono stati dati in affidamento per l’adozione. Ieri in aula davanti ai giudici del Collegio hanno sfilato diversi testimoni che hanno risposto alle domande del Pm Lucia Lombardo, dell’avvocato di parte civile Andrea Pongiluppi, e della difesa, avvocato Francesco Ferrari. L’ex primario dell’ospedale di San Giovanni Rotondo oltre a dichiarare che i sintomi riscontrati erano quelli di un caso di neonato scosso, ha aggiunto che le lesioni riportate dal piccolo sarebbero state di qualche tempo prima, ma ha anche aggiunto, rispondendo a domande dle pubblico ministero, che queste potevano risalire anche a 10-12 ore prima del ricovero. Il piccolo era stato visitato il giorno prima della partenza da un pediatra a Mantova che non aveva riscontrato alcuna lesione. Tra i testimoni sentiti ieri anche il marito dell’imputata, che ha deposto assistito dal suo difensore, avvocato Alessansdra Tellini, in quanto il procedimento che lo riguarda è ancora in atto. L’uomo ha raccontato di un periodo difficile dopo la nascita del terzo figlio, e di come allora andasse a lavorare di notte per potere poi aiutare la moglie durante il giorno. Ha anche aggiunto di non avere notato nulla di strano nel bambino né che la moglie avesse sintomi di depressione post parto. Lo stesso hanno detto i nonni paterni del bambino, sentiti a loro volta ieri come testimoni. Il processo è stato aggiornato al prossimo 7 dicembre.