MANTOVA – Ci sarebbero anche due mantovani tra i 4 indagati, due dei quali minorenni (un 17enne di Milano e un 16enne di Foggia), dell’operazione Fake pass condotta dalla Polizia Postale di Roma, Milano e Bari su un vasto giro di falsi Green Pass che venivano venduti online a un prezzo tra 150 e 500 euro. Gli investigatori hanno inoltre sequestrato 32 canali di Telegram dei quali i quattro indagati sarebbero stati gli amministratori, tramite i quali venivano venduti i falsi Green Pass, che venivano pagati con la criptovaluta. Gli utenti – spiega un comunicato della Polizia Postale – venivano attratti con messaggi come “Ciao, ti spiego brevemente come funziona: attraverso i dati che ci fornisci (nome e cognome, residenza, codice fiscale e data di nascita) una dottoressa nostra collaboratrice compila un certificato vaccinale e (quindi sì, risulti realmente vaccinato per lo Stato) e da lì il Green pass”. Al grido di “libertà” e visto che questa era tutto sommato a buon mercato, sarebbero stati a migliaia ad abboccare a questo annuncio e ad altri simili. I falsi pass erano però palesemente contraffatti e al punto dal non passare l’esame del lettore ottico; insomma dai 150 ai 500 euro buttati, ma non solo. Come ha spiegato Ivano Gabrielli, direttore del Cnaicip (Centro Nazionale Anticrimine Informatico per la Protezione delle Infrastrutture Critiche, ndr) della Polizia postale, «chi ha acquistato Green Pass falsi, oltre ad essere denunciato per falso in atto pubblico, ha consegnato i propri dati sensibili a gruppi di cyber criminali».