MANTOVA Dovevano essere 714.959,14 euro, maggiorati di Iva e di messa in mora per ulteriori 415.741,88. Una cifra vertiginosa quella che il Comun e di Mantova doveva allo studio professionale Pellegrin di Roma per la progettazione del Palagiustizia da realizzarsi in Fiera Catena, nell’area su cui insiste la ex ceramica, e che attualmente rappresenta il cuore di Mantova Hub. Quel nuovo Palagiustizia non è mai stato realizzato, e di governo in governo, a far data dal tempo della progettazione, sono venute meno da Roma le garanzie di finanziare l’opera.
Tale riqualificazione tramontata con la giunta Burchiellaro non ha fatto in ogni caso venire meno gli obblighi di via Roma verso il progettista, che in più sedi legali ha avuto ragione sull’opposizione del nostro Comune. In primo grado, poi in appello, ed è mancata la terza battuta in cassazione, dove l’ufficio legale dell’ente virgiliano aveva annusato aria di soccombenza. Proprio per evitare l’aleatorietà del giudizio, la giunta di Mattia Palazzi ha deciso di transare con lo studio professionale, il quale ha recepito la proposta contenendo la sola spettanza, così come disposta in giudizio dal consulente tecnico d’ufficio (circa 715mila euro), senza costi aggiuntivi di lite e interessi.
Una pesante eredità, questa, che l’amministrazione ha dovuto fronteggiare, deliberando ieri la chiusura di un capitolo spinoso e antipatico. Peraltro quei soldi da tempo erano messi a bilancio nel fondo rischi dell’ente, e non vanno pertanto a intaccarne l’operatività.