MANTOVA Sette anni di ingabbiamento, e ieri alle 15 è iniziato il percorso inverso per togliere da Palazzo del Podestà le strutture di cantiere servite al consolidamento post-sisma del maggio 2012. Sette anni per dare corso al primo lotto di lavori che, al termine delle operazioni, avranno comportato un esborso di 22,9 milioni di euro – 9 dei quali giunti “una tantum” come aiuto governativo dal governo Renzi.
Nulla che lasci intravedere la fine del tunnel. Come conferma il dirigente del settore lavori pubblici Carmine Mastromarino, il dedalo di stanze e stanzine distribuito su 8 livelli in questo monumentale palazzo duecentesco di 7mila metri quadrati, al termine di questo primo lotto funzionale, renderà finiti alla città non più di 500 metri, pronti per essere utilizzati. Per il rimanente serviranno molti altri investimenti. Risorse che il sindaco Mattia Palazzi ha quantificato in ulteriori 10 milioni da reperirsi al prossimo mandato, chiunque sia il primo cittadino.
Intanto, l’assessore alla partita Nicola Martinelli e il dirigente, presenti anch’essi al primo sbullonamento dei tubi innocenti di via Broletto, si dicono soddisfatti per il conseguimento di un obiettivo che appena qualche anno fa rasentava l’impossibile. I lavori di consolidamento interno sono stati compiuti, e finalmente il palazzo si presenta solido e persino preparato a eventuali nuovi urti sismici. Sono stati già consolidati i solai e svuotate le volte pesanti che conferivano fragilità alla intera struttura. Le misure antisismiche hanno comportato una operazione di legatura dei vari diaframmi interni con cavi d’acciaio utili a fare corpo unico e solido di un blocco articolato, prodotto per continue superfetazioni succedutesi nei secoli.
Con gli interventi sinora realizzati sono emersi persino affreschi dalle stratificazioni degli intonaci, per non dire di graffiti di prigionieri, (quando l’Arengario era stato utilizzato come carcere), e persino scatole di sigarette “storicizzate” dei prigionieri stessi, oltre a un paio di gatti mummificati.
Nel frattempo i lavori stanno procedendo nell’ala del montacarichi, di cui è già stata realizzata la torretta, e proseguirà nella parte con destinazione museale a ridosso del palazzo della Ragione, oltre che negli infopoint, ricavati nei negozi al pianterreno di piazza Erbe.
Quanto alla destinazione finale, lo stesso Palazzi nicchia: «La deciderà il prossimo sindaco. Se sarò io, già qualche idea ce l’avrei».