MANTOVA Non c’è solo la pasta che ha registrato un boom dei prezzi, passati nel giro di qualche mese da 1,10 euro al chilogrammo a 1,40 euro al chilo. Anche i costi delle semine del grano, denuncia Coldiretti Mantova, sono praticamente raddoppiati, con riflessi negativi per le imprese agricole che sul territorio coltivano circa 20.000 ettari di frumento tenero (il 36% della superficie lombarda) e oltre 7.500 ettari di frumento duro (il 68% delle semine in Lombardia), oltre a 4.500 ettari di orzo (il 22% delle coltivazioni regionali).
I rincari sono trascinati dal gasolio necessario alle lavorazioni del terreno (+50%), ma anche dai costi dei mezzi agricoli, dei fitosanitari e dei fertilizzanti, che sono anche triplicati. “Gli effetti di questa crescita dei prezzi – denuncia Paolo Carra, presidente di Coldiretti Mantova – colpiscono l’intera filiera, dai campi all’industria fino agli scaffali”.
Gli aumenti dell’energia, calcola Coldiretti Mantova, sono schizzati nel periodo luglio-novembre, fra il 40% e il 70%, in base all’indirizzo colturale e all’utilizzo di energia elettrica, gas o gasolio agricolo.
Per fermare le speculazioni a livello internazionale, che hanno portato il grano estero ad essere pagato di più rispetto a quello nazionale, e a garantire la disponibilità del grano – precisa Coldiretti – occorre lavorare per accordi di filiera tra imprese agricole ed industriali con precisi obiettivi qualitativi e quantitativi e prezzi equi che non scendano mai sotto i costi di produzione come prevede la nuova legge di contrasto alle pratiche sleali.
Per Coldiretti è necessario investire sull’agricoltura nazionale per rispondere alle richieste di italianità delle produzioni e difendere la sovranità alimentare, frenando allo stesso tempo uno scenario di accaparramenti, speculazioni e incertezza.