MANTOVA È un dolce della tradizione contadina, da “spezzare” in compagnia, eppure la seconda edizione di Sbrisolona&Co., il Festival organizzato nel cuore di Mantova, dedicato alla Sbrisolona e ai dolci tipici italiani, sembra aver lasciato fuori dalla tavola una fetta di chi si sente parte di quell’universo enogastronomico mantovano da condividere e veicolare.
Promossa da Confcommercio Mantova, con il patrocinio del Comune di Mantova e della Camera di Commerico, Sbrisolona&Co è un evento che vuole raccogliere sotto il suo ombrello alcune delle realtà enogastronomiche più importanti della provincia, con stand in piazza, premiazioni, e speciali appuntamenti dedicati ad alcuni locali del territorio.
E proprio i (tanti) pubblici esercizi della città, lasciati fuori, hanno qualcosa da dire.
Il primo, tramite social, è stato Marco Gialdi titolare del bar Venezia: «Non essendo coinvolti nell’iniziativa sulla sbrisolona – scrive – come se le iniziative fossero solo per alcuni, vi invito a venire a provare il nostro cocktail fatto con la sbrisolona da domani al Bar Venezia».
Tre giorni di dolce, che lasciano un leggero retrogusto amaro. «Si è verificato anche negli ultimi eventi che un’associazione abbia preso in mano la situazione senza coinvolgere del tutto le altre attività – Mattia Pedrazzoli, titolare del Bar Brasile e portavoce dei locali pubblici mantovani – come gruppo di locali mantovani cerchiamo sempre di coinvolgere tutti, ad escludere non si fa il bene di nessuno. Avevamo fatto delle proposte, anche all’organizzazione, ma non siamo stati considerati». E vuole specificare: «La prima edizione della Sbrisolona&Co è andata benissimo ed è una manifestazione che apprezziamo, molto importante, che porta gente, eppure è la solita storia: come pubblici esercizi, al di là delle associazioni di categoria, abbiamo sempre cercato di evitare differenze, ed essere partecipi, e… nulla: siamo ancora fermi lì, senza basi per un futuro di collaborazione e sinergia che farebbe bene a tutti. È un peccato…».
Anche Cristian Marchini, titolare del Bar Gonzaga in piazza Sordello, scuote la testa: «Il gruppo dei pubblici esercizi non è stato reso partecipe – spiega – a Mantova quando nasce qualsiasi tipo di manifestazione trasversale, che coinvolge tutti, centro e non solo, ci sono grossi blackout. È paradossale che i locali abbiano voglia di fare, si rendano disponibili, e poi ci siano questi buchi neri. Forse sarebbe il Comune che dovrebbe fare più da arbitro».
«Ci siamo rimasti male – conclude, con semplicità, Tiziano Bertolini, titolare del Bar Posta – dopo alcuni incontri iniziali, con delle idee valide presentate, non siamo più stati interpellati. Ci saranno una trentina di locali del capoluogo lasciati fuori e vediamo adesso la degustazione di cocktail in piazza Alberti, dove hanno chiamato bar della provincia… davanti ad un locale che fa cocktail».