MANTOVA La scrittrice scozzese Ali Smith è stata protagonista dell’incontro che si tenuto a Palazzo San Sebastiano nel programma di Festivaletteratura. Al suo fianco ha parlato Gaia Manzini. Entrambe hanno accettato la sfida di sviscerare il tema di scrivere del tempo in cui viviamo. Smith, rispondendo alle domande di Manzini, ha raccontato le sue esperienze in giro per il globo, ed ha sostenuto che il mondo si sta sempre più disumanizzando. “Proprio per questo – ha affermato – dobbiamo dare la voce a chi non c’è l’ha e favorire la partecipazione delle persone alla vita sociale”. Dobbiamo ritrovare gli spazi di vita collettiva, incentivare le presenze nei cinema e nei teatri, e non chiudere i centri sociali. Dalla conversazione è emerso tutto il talento dell’autrice della Tetralogia delle stagioni capace di leggere l’attualità della Gran Bretagna tra la critica ragionata del presente e gli interrogativi inquietanti sul futuro. Un presente orwelliano fatto di capitalismo sfrenato, di oppressione, di controllo digitale, di tecnocrazia e di repressione del dissenso. Questa è l’amara realtà quotidiana raccontata dalla Smith, ma non c’è rassegnazione nella sua analisi che, anzi, è saggia e gioiosa. Un vero antidoto nei nostri tempi difficili. L’autrice si mostra sempre pronta a denunciare le ingiustizie, aperta alla speranza che il mondo possa cambiare. Così come lei è riuscita a cambiare la propria vita. Dopo essersi laureata ad Aberdeen e dopo aver cominciato a Cambridge un dottorato sul Postmodernismo in letteratura, ha iniziato la carriera universitaria. Ha insegnato all’Università di Strathclyde ma dopo un anno è stata colpita da una sindrome provocata dalla stanchezza cronica. La scrittura è stata per lei una forma di terapia per uscire dalla sindrome, una terapia che si è poi trasformata in un nuovo mestiere fino ad affermarsi come una delle narratrici più originali e influenti della letteratura britannica contemporanea grazie alla capacità di indagare nelle fragilità umane, con un’attenzione particolare all’universo femminile. Humour e arguzia sono i segreti del suo successo e dei premi letterari conquistati sul campo. La sua prima raccolta di racconti, “Free Love”, le è valsa il Saltire First Book Award mentre il romanzo “Hotel World” è stato insignito dell’Encore Prize. E’ stata 4 volte finalista al Booker Prize, con “Estate” ha firmato il quarto capitolo di una magistrale tetralogia ispirata alle stagioni.







































