Stop arredi fai-da-te in città: c’è un nuovo regolamento

MANTOVA Tre aree urbane, tre contesti differenti, ma un solo testo di riferimento, il nuovo “Abaco”, quasi un abecedario estetico, che dal precedente regolamento gli anni ’80 va a modificare le norme dell’arredo urbano. È il nuovo “Regolamento per l’arredo e decoro dell’ambiente urbano” che in venti pagine codifica ciò che bar e ristoranti potranno fare (o non fare) sulle pubbliche vie.
Il nuovo breviario del decoro urbano è stato predisposto dagli uffici del commercio dietro istanza dell’assessore al commercio e allo Sportello unico Iacopo Rebecchi. Il quale si dice tollerante e disposto al confronto, tanto che le nuove regole sono nate dopo un serrato confronto con le associazioni di categoria coinvolte. E nondimeno il suo indirizzo è volto al rigore. «Attualmente sono appena una decina gli esercizi del centro storico che sforano dalle regole, ma è chiaro che sedie di plastica colorata o ombrelloni con il nome dello sponsor, o panche da festa della birra, o arredi da spiaggia, in una città come la nostra, a vocazione artistica e monumentale, devono sparire», ammonisce l’assessore.

Nell’Abaco, prosegue Rebecchi, «è previsto tutto. Basta leggerlo e guardare le figure e si saprà cosa fare. Di solito ci si rivolge a geometri o ad architetti, ma l’abaco permette anche ai non addetti ai lavori di capire se l’arredo scelto sia conforme o meno a quanto richiesto».
L’intenzione non è uniformare tutti gli esercizi, ai quali è data la possibilità di potere scegliere arredi conformi alla tipologia dell’offerta e di differenziarsi anche dalla propria concorrenza. Tuttavia esistono confini non oltrepassabili in nome del decoro. Che ci azzeccano le botti di legno usate come tavolini da fast food, o le sedie di plastica in un centro storico di modulo urbanistico medievale-rinascimentale? O le panche da sagra paesana o da festival della birra in pieno centro? O ancora, gli ombrelloni con lo sponsor delle bevande? Tutto questo, è l’orientamento dell’amministrazione comunale, codificato nel nuovo regolamento, deve sparire.
Appunto, insomma: non si vuole tutti i plateatici uguali e quasi “cinesi”. Le scelte individuali verranno rispettate, ma avranno un iter burocratico diverso, qualora escano dal regolamento di prossimo varo con voto consiliare. Dovranno passare per il vaglio delle commissioni paesaggistiche comunali e della Sovrintendenza. Ma in animo c’è anche qualche mal di pancia nelle opposizioni. consiliari.