VIADANA Quello che dai conoscenti e dalla famiglia viene descritto come un “bravo ragazzo, che va in palestra e va a scuola”, potrebbe celare alcuni aspetti decisamente più oscuri della propria personalità. Una personalità che esce da quelli che sono i profili social del 17enne di Viadana fermato dai carabinieri (ora è nel carcere Beccaria di Milano) con l’accusa di omicidio volontario e premeditato, per la morte della 42enne Maria Campai.
Ecco, i social del giovanissimo mostrano appunto una realtà che potrebbe essere differente dal suo lato “pubblico”: muscoli e attività in palestra in mostra, svastiche e diverse vignette di chiaro stampo misogino. Alcuni esempi su tutti: “Supponiamo che il lupo perde il vizio, ma non il vizio di picchiare le donne”, raffigurante un lupo dalle sembianze umane che sfoggia un ghigno poco rassicurante; oppure “Toc toc, chi è? Non Giulia Cecchettin”, con un chiaro alone di scherno nei confronti della giovane padovana uccisa poco meno di un anno fa. Sempre dai social del 17enne emerge un uso smodato di immagini di svastiche e, tra l’altro, proprio di Filippo Turetta. Non mancano esternazioni come “Bruciamo tutte le rosse, i neri, i gay, gli ebrei e Giulia Cecchettin”. Insomma un concentrato di omofobia, misoginia, razzismo.
Se tra scuola, palestra e luoghi pubblici di Viadana il 17enne accusato dell’omicidio era solito mostrare una faccia pulita da studente e sportivo, forse scavando un po’ più a fondo, nella sua vita online, si possono trovare aspetti decisamente meno piacevoli.
Tutti i suoi dispositivi – cellulare e computer – nel frattempo sono al vaglio degli inquirenti, che proprio tra i meandri delle sue ricerche sul web avrebbero trovato materiale utile per le indagini: in particolare il 17enne avrebbe avuto modo di svolgere ricerche su come poter neutralizzare una persona a mani nude – operazione che forse sarebbe stato comunque in grado di portare a termine anche senza ricerche su internet, considerate la propria muscolatura e la pratica delle arti marziali.
Nel frattempo ieri alle camere mortuarie dell’ospedale di Mantova il medico anatomopatologo veneziano Antonello Cirnelli ha eseguito la tac: sarebbe emersa l’assenza di fratture o ossa rotte. Aspetto, questo, che induce a pensare che la 42enne possa forse essere stata prima stordita e poi soffocata, prima di venire gettata nel giardino della villetta disabitata.
Domani mattina, nel carcere Beccaria di Milano dove si trova in stato di fermo con le accuse di omicidio volontario premeditato, il 17enne invece affronterà l’interrogatorio di convalida dell’arresto, durante il quale potrebbe fornire una propria versione dei fatti. Sempre domani nel garage e nel giardino della villetta di via Monteverdi arriveranno invece i Ris di Parma per analizzare la scena del crimine. Ancora: nella stessa giornata di domani, verrà affidato l’incarico per l’autopsia al medico Cirnelli, che martedì eseguirà l’esame autoptico.