Cori di alto livello in S. Maria del Gradaro

MANTOVA – Jacques Colebault è un musicista francese (nato a Vitré nel 1483) vissuto in pieno Rinascimento. Più che con il suo nome e cognome, era ed è noto come Jachet de Mantoue, essendo vissuto nella città dei Gonzaga tra il 1525 e 1559, anno della sua morte. Sostenuto dal cardinale Ercole Gonzaga suo grande estimatore, Jacquet scrisse quasi esclusivamente musica sacra vocale, alquanto evoluta rispetto al suo tempo, caratterizzata da un contrappunto assai piacevole all’ascolto, imperniato su una polifonia suadente e di grande equilibrio. A questo musicista “mantovano” Il Coro del Sidney Sussex College ha voluto dedicare un tributo eseguendo ben quattro mottetti da lui composti mentre era maestro di cappella della Cattedrale di San Pietro per volere di Ercole Gonzaga: Santa Trinitas, Ave maris stella, Plorans Plorabit, Da pacem domine. Lo stesso ensemble di Cambridge ha eseguito anche Hosanna to the son of David di Thomas Weelkes e Versa est in luctum del compositore spagnolo Alonso Lobo. Quantunque il coro di Cambridge vanti una tradizione plurisecolare risalente alla fine del XVI secolo, esso, in quanto espressione del college, deve essere ricomposto ogni anno (o quasi) via via che gli studenti entrano ed escono dal ciclo di studi. Nonostante ciò, le doti vocali e la musicalità messe in mostra sono apparse agli ascoltatori di livello eccelso. Circa la direzione del maestro David Skinner si può parlare di perfezione. Skinner, verrebbe da dire, è uno che spiega a chi ascolta che cos’è la musica rinascimentale e lo fa con una eleganza e una sapienza impressionanti.
Ma il Coro del Sidney Sussex non è stato il solo ad entusiasmare il pubblico presente nella Chiesa di S. Maria del Gradaro. Come avevamo annunciato in sede di presentazione gli artisti di Cambridge sono stati preceduti nel programma del concerto dalla esibizione del Coro “Livia d’Arco”, convenzionato a Univermantova, il quale per l’occasione ha sfoderato, sotto la brillante direzione della maestra Antonella Antonioli, con l’accompagnamento dell’organista Claudio Leoni e dei giovani flautisti dell’ensemble del coro, Giulio Adami, Marta Morandini, Tommaso Orsi e Rachele Rose, alcuni dei brani più apprezzati del suo repertorio: Locus iste il mottetto di Anton Bruckner; Jesus bleibet meine Freude, dalla Cantata Herz und Mund und Tat und Leben BWV 147 di Johan Sebastian Bach; Lacrimosa dalla Messa da Requiem in re minore K 626 di Wolfgang Amadeus Mozart; Tollite hostias dall’Oratorio de Noël, opera 12 di Camille Saint-Saëns e, in omaggio al compositore inglese che aveva lavorato con il “Sidney Sussex College Choir”, Non nobis Domine di William Byrd. In chiusura i due cori hanno cantato insieme, diretti da David Skinner, Ave verum corpus (K618) di Mozart, il mottetto sacro composto nel 1791 poche settimane prima del Requiem. Quella del 10 luglio non è stata solo una serata musicale di grande spessore – come testimonia il successo tributato ai due cori dal pubblico che gremiva la chiesa – ma un vero e proprio evento culturale per la nostra città, per la prima volta collegata – grazie all’Associazione culturale Livia d’Arco – ad una delle città accademiche più celebri nel mondo.