Lo scenografo Luzzi porta una colomba in piazza Canossa

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Mantova Passando da Gardaland a Mirabilandia, dalle sculture di ‘’Giulietta’’ a Verona e ‘’Pigrotto’’ a Marostica agli eventi di grandi marchi di moda, dalle scenografie di spettacoli teatrali ai giochi del giornalino ‘’Art Attack’’, lo scultore e scenografo mantovano Giuseppe Luzzi sbarca sabato all’Edicola liberty di piazza Canossa. Per due settimane lo spazio FAI ospiterà una sua creazione, pensata per l’Antica Edicola dei Giornali che si trasformerà nell’Edicola della Pace.
Giuseppe Luzzi, che cosa porta in piazza Canossa?
“Arriva una colomba della pace. L’edicola è una gabbia voliera e c’è l’impotenza della colomba che si trova bloccata e pare non avere armi per bloccare le tragedie che sono in corso. Legge il giornale – richiamo all’edicola -, si informa per cercare soluzioni e intervenire con il suo messaggio di pace”.
Che colomba sarà?
“Di questi tempi non potrà essere serena. Ma l’ho voluta curiosa e dall’aspetto molto pacifico, capace di dare una speranza. Si avvicina molto all’occhio dei bambini, ha un aspetto ‘’fumettoso’’, morbido….”
Perché unire l’edicola liberty con la colomba della pace?
“Ho scelto l’edicola perché ha un gusto classico, rappresenta un periodo storico e mi sembrava bello mettere una figura inaspettata nell’edicola. Qualcosa che sorprenda, per questo invece di rappresentarla in stile liberty o con forme realistiche, ho scelto un’immagine estranea ad ogni cosa che ci si potrebbe aspettare”.
Come le è nata l’idea?
“Ero andato a ‘’disturbare’’ mio figlio che era impegnato come apprendista cicerone in occasione delle Giornate FAI d’Autunno proprio all’Edicola. Avevo notato l’utilizzo come contenitore di mostre fotografiche, poi sono una persona che, quando mi vengono delle intuizioni, mi entusiasmo e mi risulta facile immaginare il risultato finale. Ed è nato questo progetto”.
È la prima opera site specific per l’Edicola del Fai.
“Questa edicola è qualcosa di speciale. Offre una visione a 360 gradi, a tutti gli effetti è un micro-museo, potrebbe essere indicata come il più piccolo museo del mondo. L’ho vista come un luogo privilegiato, uno spazio vuoto in una piazza del centro storico. Qui si possono fare proposte che sono un regalo che si fa a tutti: non si deve varcare nessuna soglia per entrare in una stanza chiusa, magari pagando un biglietto. Basta passare e gettare un’occhiata, essere incuriositi, fare una riflessione”.
L’edicola come spazio per un’installazione…
“Visto il lavoro che faccio, mi sono chiesto: perché non metterci dentro una scultura? Si troverà come in una nicchia, in una teca. Questa edicola è perfetta per uno scultore”.
Luzzi, lei ha 49 anni e un curriculum ricco di sorprese. Partiamo da Giulietta?
“Quella scultura è in vicolo Cappello, davanti all’ingresso del cortile di Giulietta a Verona, a grandezza naturale”.
E ‘’Pigrotto’’?
“È sulle colline di Marostica. Una grande scultura di un cane a sei zampe per ricordare Elena Xausa, una grande Illustratrice italiana scomparsa a 38 anni che è l’autrice del modello che ho ingrandito”.
Per anni ha lavorato in grandi parchi divertimento …
“Soprattutto a Gardaland, ma anche a Leolandia  (dove ho lavorato a Masha e Orso), e di recente a Mirabilandia. Ho realizzato sculture e scenografie per tante attrazioni”.
Come è arrivato a Gardaland?
“Avevo finito l’Accademia a Verona e aspettavo di partire per il servizio militare. Hanno visto il curriculum e mi hanno chiamato. Un’esperienza con questi grandi parchi che prosegue ancora”.
Poi ci sono le scenografie di eventi…
“Un impegno che dura da anni e che mi porta da Milano alla Sicilia e anche all’estero, a New York, Shaghai, Londra… Sono realizzazioni di scenografie per grandi eventi di marchi leader della moda”.
Fino alla sua versione ‘’teatrale’’…
“Fare lo scenografo è entusiasmante. Frequentavo ancora l’Accademia quando ho iniziato a collaborare con il Palcaccio e il suo registra Gabriele Bussolotti e lo faccio tuttora. Poi ha iniziato a lavorare per il ‘’Teatro Telaio’’ di Brescia, formazione professionista guidata dal regista mantovano Angelo Facchetti con spettacoli che sono spesso premiati come i recenti ‘’Arcipelago’’ o ‘’124 secondi’’ che racconta un incontro di boxe negli anni 40 tra un pugile americano e uno tedesco”.
Nel suo passato c’è spazio anche per ‘’Art Attack’’.
“Ho lavorato con l’agenzia di comunicazione Studio Chiesa, attiva a Milano e a Porto Mantovano. Tra i progetti c’era il giornalino ‘’Art Attack’’, prima che passasse dalla Disney alla Panini. Per la rivista progettavo giochi con costruzione dei modellini e tutti gli step fotografici”.