MANTOVA – E’ uscito la settimana scorsa nelle librerie di tutto il Paese il nuovo volume scritto da don Marco Mani.
Il priore della basilica S. Pietro Apostolo ha proposto nel suo saggio dal titolo “Nella vecchiaia daranno ancora frutti” una serie di riflessioni sul tema della terza età.
Un tema che in questi mesi, a seguito del Covid-19, ha evidenziato in termini ancor più marcati la situazione di solitudine e d’isolamento in cui vengono a trovarsi le persone anziane, soprattutto quelli che hanno vissuto l’esperienza del contagio. Persone che sia dagli esempi da don Marco presi a pretesto dal Antico e dal Nuovo Testamento sia dall’intervento più volte fatto dal Santo Padre durante la pandemia sono ancora nelle condizione di essere un valore aggiunto per la famiglia e per la società.
“Questo mio volume – spiega don Marco Mani – vuole essere un elemento di stimolo per le nuove generazioni e per gli adulti affinché non abbiano a farsi prendere la mano dall’errato luogo comune, che oggi ha assunto un peso maggiore, per cui un anziano non è più utile agli altri. La persona che sta vivendo la fase denominata della terza età dispone di potenzialità, da quelle umane a quelle sociali, che possono essere di significativo supporto per coloro che lo circondano”.
Il suo cammino che l’ha portato alla realizzazione di questo saggio ha preso forma quando?
“All’inizio dell’anno quando l’epidemia si è espansa e soprattutto quando è divenuto ancor più evidente l’atteggiamento di chiusura nei riguardi delle persone anziane. Da sempre ho considerato la vecchiaia come una stagione propositiva e per questo ho condiviso anche il pensiero di Papa Francesco quando ha ribadito la necessità di valorizzare queste persone. Inoltre ho toccato con mano la solitudine in cui si sono trovate le persone ricoverate nelle case di riposo. Non possiamo certo sottovalutare che l’anziano oggi più di ieri è divenuto un punto di riferimento primario nell’ambito del nucleo famigliare”.
Lei quindi con questo volume intende anche stimolare la persona anziana ad essere sempre più protagonista all’interno di una comunità?
“Certamente. Chi vive la terza età non deve sentirsi un emarginato bensì deve trovare gli stimoli per vivere questa fase della propria vita al meglio. La loro esperienza può diventare un elemento d’aiuto e di crescita per gli altri tanto in ambito umano quanto in quello spirituale”.
Quali sono gli esempi che lei ha preso in esame dai testi sacri?
“Nel Antico Testamento vi sono Abramo e Sara, Isacco, Mosè, Giosuè, Samuele, Davide e altri ancora; nel Nuovo Testamento invece cito Zaccaria, Elisabetta, Pietro, Paolo e la Madonna”.