PARMA Arriva la primavera e tre giorni dopo arriva anche Traiettorie, la rassegna di musica moderna e contemporanea che si svolge dal 1991 a Parma, ideata e diretta da Martino Traversa e organizzata e promossa da Fondazione Prometeo, quest’anno giunta alla sua trentatreesima edizione.
Giovedì 23 marzo alla Casa della Musica alle ore 20:30 si comincia dunque subito con un nome eccellente: torna infatti Garth Knox, già membro dal 1990 al 1998 del leggendario Quartetto Arditti e oggi senza dubbio uno dei maggiori violisti al mondo, non solo nell’area della musica contemporanea. Nato a Dublino nel 1956, Knox ha studiato al Royal College of Music di Londra e oggi è Visiting Professor di viola alla Royal Academy of Music della capitale inglese. Dopo l’esperienza dal 1983 in Ensemble intercontemporain su invito di Pierre Boulez, anche come solista, e dopo gli otto anni con il Quartetto Arditti – con cui ha eseguito prime assolute di Ligeti, Kurtág, Berio, Xenakis, Lachenmann, Cage, Feldman, e il famoso «Helicopter Quartet» di Stockhausen – ha intrapreso la carriera solistica, che gli ha permesso di interpretare brani scritti per lui da autori come lo stesso Ligeti, Henze, Haas, Saariaho. Da un po’ di tempo si è dedicato anche allo studio della viola d’amore, anche con l’elettronica, esplorando così la musica medievale e barocca, e si è cimentato nella composizione.
Proprio un suo breve pezzo scritto durante il lockdown del 2020 è inserito nel programma che porterà a Traiettorie il 23 marzo, «Quartet for One», in cui la viola da sola simula nei quattro movimenti tutti gli strumenti ad archi che compongono un quartetto.
Ma il cuore del concerto è senz’altro costituito dalla «Sonata per viola» (1991-1994) di György Ligeti e da una scelta di cinque pezzi da «Jelek, játékok és üzenetek» (1961-2005) di György Kurtág con cui Knox offre il proprio contributo al tema di Traiettorie di quest’anno, che omaggia la musica mitteleuropea. Della Sonata di Ligeti in particolare, i cui sei movimenti furono scritti nell’arco di quattro anni ed eseguiti le prime volte separatamente, Knox realizzò la prima esecuzione del secondo movimento, «Loop».
Il programma si aprirà con «imagines obesae et aspectui ingratae» (2013) dell’irlandese Benjamin Dwyer, che ricrea sulla viola le ambiguità espressive dei bassorilievi erotici medievali Sheela-na-gig, e con «Amulet» (1992) dell’australiana Liza Lim, che mette in gioco la timbrica e l’accordatura con la fisicità esecutiva dell’interprete.