CASTIGLIONE La nuova maxi antenna sul Monte del Signore non s’ha da fare. A dirlo, nero su bianco, è la Sovrintendenza nel parere trasmesso di recente al Comune di Castiglione, in risposta alla nuova richiesta di installazione presentata lo scorso luglio dalla società Radar, che ha sede nella cittadina aloisiana. Soddisfazione da parte del comitato No antenna, che ora chiede di chiudere la vicenda in modo definitivo.
La notizia del no da parte della Soprintendenza è stata data durante il consiglio comunale di lunedì sera, quando il sindaco Enrico Volpi ha letto il testo della petizione, presentata alcune settimane fa, dal comitato No antenna che chiedeva controlli approfonditi e prudenza proprio nell’ambito del progetto di costruzione dell’antenna.
Ma, come detto, solamente alcuni giorni fa, dopo che lo scorso luglio la società proponente aveva di nuovo richiesto l’ok all’antenna, la Soprintendenza ha espresso parere negativo.
Come si legge nel documento, firmato dal soprintendente Gabriele Barucca, le ragioni del parere negativo risiedono nell’obiettivo di preservare quanto più possibile il Monte del Signore e in generale le colline moreniche mantovane. In buona sostanza la Soprintendenza spiega che sulla collina, che si trova a sud-est dell’abitato di Castiglione, già esistono due antenne e una terza antenna “rappresenterebbe in questo contesto già pesantemente deteriorato un ulteriore e aggravante elemento di disturbo”. Non solo. La Soprintendenza specifica anche che eventuali opere di mitigazione potrebbero servire decisamente a poco, considerata l’altezza del traliccio previsto nei progetti: l’altezza di piante e alberi infatti sarebbe ben poca cosa rispetto alla stazza del manufatto di radiodiffusione.
Dopo il no emanato di dieci anni fa contro il quale la società Radar aveva già fatto ricorso al Tar, dunque, una volta di più la Soprintendenza dice no e blocca il progetto della maxi antenna.
«Siamo soddisfatti – commenta il comitato – e vogliamo ringraziare la Soprintendenza per la sensibilità dimostrata nei confronti del nostro paesaggio collinare. Ora però chiediamo alla società proponente, dopo questo secondo parere negativo, di desistere dal proprio intento».