OSTIGLIA Il pericolo che, all’improvviso, crolli collassando su se stesso, sembra a questo punto del tutto scongiurato. L’ex cementificio che si trova lungo strada Circonvallazione Est, non lontano dalla fermata ferroviaria e poco fuori dalle porte di Ostiglia, infatti, è chiuso e in totale abbandono ormai da qualcosa come 35-40 anni: ha resistito all’incuria, all’abbandono, ad intemperie e fortunali che si siano verificati negli ultimi decenni (non settimane o anni) e, anche, ha resistito al terremoto di fine maggio 2012 (in quell’occasione si registrò solamente qualche lievissimo crollo).
Ma, nonostante quella che è evidentemente una struttura portante molto solida e ben realizzata, qualche timore c’è. Non tanto legato ad eventuali crolli – anche perché l’ex fabbrica è in una zona di campagna, lontano da abitazioni e altre strutture e difficilmente un crollo metterebbe in pericolo qualcuno o qualcosa. I timori, piuttosto, sono legati alla copertura del grande edificio industriale chiuso ormai una quarantina di anni fa.
Nel corso dei lunghissimi anni, infatti, la struttura non avrebbe subìto particolari controlli ed effettivamente la copertura potrebbe essere stata realizzata, anche solamente in parte, con lastre di amianto. Non foss’altro perché all’epoca, quanto lo stabilimento fu realizzato, tale materiale veniva utilizzato nella costruzione delle più svariate strutture.
«Effettivamente – afferma l’assessore ai lavori pubblici e vicesindaco Omero Vinciguerra – la copertura dell’ex cementificio potrebbe essere realizzata in amianto. Ma verificare tale aspetto e soprattutto verificare che non via siano rischi di sorta, spetta alla proprietà dello stabile. Dal canto nostro, come Comune siamo al corrente di un bando regionale proprio per gli interventi relativi all’eternit: i proprietari potrebbero approfittarne». Soluzione alternativa, che però per il momento non sarebbe contemplata dall’amministrazione, potrebbe consistere in un’ordinanza di controllo ed eventuale bonifica della copertura.
Nel frattempo, ormai da anni, fuori dallo stabile campeggia un cartello di vendita dell’area: 6mila e 600 metri quadri a destinazione commerciale. Nessuno, però, finora sembra essersi fatto avanti.