MANTOVA – Fa da contrasto alla volontà di recupero di un bene monumentale conosciuto in tutto il mondo la scarsissima cura dei cittadini per conservarlo al meglio. Parliamo di Palazzo Te, per il quale sono in corso lavori di consolidamento e restauro dall’agosto dello scorso anno, e il cui cronoprogramma sancisce in linea teorica la fine del cantiere il 2 marzo prossimo.
I lavori si sono resi necessari sin dalle botte sismiche ricevute dalla villa giuliesca nella primavera del 2012, e sono già tre le amministrazioni che si sono messe all’opera per medicare le ferite arrecate da quel terremoto. Ma ancora non si è arrivati a capo del problema. Per di più ci si è messo un altro “sisma”, quello della pandemia, a rallentare i lavori, come del resto in quasi tutti gli altri cantieri aperti in città. Un cantiere aperto grazie al finanziamento del ministero ai beni culturali, che ha elargito 1 milione e 350mila euro sul progetto di recupero andato in asta lo scorso anno, e assegnato per oltre 700mila euro alla società barese Manutenzioni Srl di Molfetta. Ma a fare specie, più che lo stato di avanzamento dei lavori, quanto piuttosto le condizioni circostanti il palazzo. Lo stesso muro di cinta delle Fruttiere risulta interamente imbrattato dai graffitari. Oltre le reti metalliche che delimitano il cantiere l’inciviltà ha riversato di tutto e di più. Una cabina con serramenti sgangherati evidenzia la presenza di carogne di animali, soprattutto piccioni, e ovunque è manifesto l’abbandono di rifiuti e il segnale del vandalismo. Segnale che si amplifica a dismisura oltre la staccionata ferroviaria che separa la villa di Federico Gonzaga dalla massicciata ferroviaria.
Al completamento dei lavori un sistema di videosorveglianza, già previsto, dovrebbe porre un freno a tanto scempio. Nel frattempo, si evidenzia come allo sforzo dell’amministrazione per conservare al meglio un bene storico e trasmetterlo a chi verrà dopo, non corrisponda altrettanto senso civico da parte dei cittadini.
«Questo è uno dei nostri più apprezzati biglietti da visita verso i turisti – commenta il consigliere comunale Pier Luigi Baschieri (Fi) – e spiace vederlo offeso in questo modo. Ma un’offesa non meno grave è quella del governo che impedisce ai cittadini di visitare i musei nei festivi e prefestivi. Anche oggi il Te è chiuso, ed è inaccettabile che questi beni culturali vengano chiusi proprio nei giorni in cui i cittadini possono muoversi, ossia nei sabati e nelle domeniche. Ha proprio ragione Sgarbi».