Mantova La Regione Lombardia è pronta a difendere il comparto suinicolo dal pericolo della peste suina, un comparto che vale 1,2 miliardi di euro: lo ha ricordato l’assessore all’agricoltura Alessandro Beduschi nel commentare l’ultima ordinanza firmata dal governatore Attilio Fontana.
«Si tratta – commenta Beduschi – di un atto che recepisce le ultime normative comunitarie e nazionali, grazie al lavoro a stretto contatto con il Commissario nazionale all’emergenza Vincenzo Caputo, con il preciso scopo di evitare il dilagare della malattia, oggi ai confini tra Piemonte e provincia di Pavia, che potrebbe mettere a rischio un settore che vale 1,2 miliardi di euro».
In Lombardia si allevano oltre 4,5 milioni di suini in più di 2700 aziende, con Mantova che copre il 25% della quota produttiva. «Se il problema va contenuto a partire dall’Oltrepò pavese – prosegue Beduschi – è chiaro che l’attenzione è massima nelle province orientali della regione, dove si concentrano le aziende più grandi e il 77% dei capi allevati in Lombardia. Questo territorio alimenta una delle filiere più importanti per il comparto agroalimentare nazionale ed è il vero cuore produttivo di alcune delle specialità DOP e IGP più famose al mondo».
Nei prossimi giorni, inoltre, aprirà il bando regionale per interventi sulla biosicurezza, che mette a disposizione 2,2 milioni di euro per l’acquisto di recinzioni come opera di prevenzione dai cinghiali, possibili vettori di contagio, per gli allevamenti suinicoli.
«Da qui – precisa l’assessore – si allevano i suini destinati non solo al consumo di carne, ma anche alla produzione di salumi DOP e IGP il cui valore supera i 300 milioni di euro ed è secondo solo a quello dell’Emilia-Romagna. In Lombardia si producono straordinarie specialità di nicchia, ma anche alcuni dei salumi di più largo consumo come Coppa di Parma, Cotechino Modena, Mortadella Bologna e Zampone di Modena. Anche le cosce con cui si realizzano il prosciutto di Parma e quello di San Daniele provengono per gran parte dai nostri allevamenti. Si comprende bene – conclude Beduschi – quale danno potrebbe innescare la diffusione della PSA e quindi quanto siano alta la guardia”.