SAN BENEDETTO – Pietra tombale sull’idea del bypass stradale per il ponte di San Benedetto. Nonostante il tavolo che si è svolto ieri in Prefettura, Palazzo di Bagno chiude a qualsiasi possibilità di realizzare l’opera provvisoria e anzi spiega come ormai i progetti di sistemazione della parte golenale del ponte siano pronti. Da parte loro, il comitato Vogliamo il ponte e il sindaco Roberto Lasagna depongono le armi e incrociano le dita, come anche il resto della Bassa, sperando che la prevista chiusura del viadotto per tre mesi non sfori allungando ulteriormente i tempi previsti.
Insomma il bypass proprio non s’ha da fare. Al termine di una riunione fiume, durata poco meno di tre ore, le eventualità che il manufatto provvisorio venga realizzato sono ora ridotte a zero. Palazzo di Bagno infatti rimane fermo sulle proprie convinzioni, secondo cui i rischi connessi alla costruzione del bypass siano troppo elevati. Tra l’altro, durante la riunione, si registra anche un vivace scambio di battute tra uno dei referenti del comitato e un dirigente della Provincia. Secondo il primo infatti durante la recente piena del Po, la zona dove il bypass sarebbe stato realizzato, non sarebbe stata toccata dall’acqua. Di opinione opposta il dirigente della Provincia, secondo cui invece le acque del Po sarebbero andate ad invadere la zona che avrebbe potuto essere interessata dalla realizzazione del bypass.
Anche da parre del prefetto Carolina Bellantoni la richiesta di valutare l’eventualità di realizzare il percorso alternativo e provvisorio e di discuterne in un secondo incontro. Pure tale tentativo, però, a questo punto pare cadere nel vuoto.
Per contro Palazzo di Bagno spiega che i nuovi progetti per il ponte sono ormai pronti e dovrebbero venire consegnati addirittura entro la fine dell’anno. Nel giro di una ventina di giorni, insomma: stato dell’arte a questo punto troppo avanzato per pensare, anche nell’ormai improbabile caso di un ok al bypass, di fermare tutto l’iter burocratico-progettuale per realizzare il percorso alternativo.
La chiusura del ponte per tre mesi, quindi, salvo clamorosi colpi di scena, viene confermata. «A questo punto – spiegano dal comitato e dal Comune – se avremo un ponte nuovo e sicuro, dopo due anni di disagi, tre mesi dovrebbero passare velocemente. Però l’augurio è che la chiusura duri davvero tre mesi e non di più, perché il nostro territorio, e non solo San Benedetto ma un po’ tutta la zona, ne sta risentendo in modo pesante».
Tra gli altri al tavolo di ieri nella sede della Prefettura, oltre a Provincia, Comune di San Benedetto e comitato, presenti anche Arpa, Aipo, la sede mantovana della Regione, la Soprintendenza.