CASTEL D’ARIO/VERONA – «Dateci i soldi, e guai a voi se urlate altrimenti vi aspettiamo fuori e ve la facciamo pagare».
Questo il tenore della minaccia che si sono sentiti rivolgere quattro ragazzini di Castel d’Ario, tutti 14enni, da un gruppetto di giovani stranieri (pare si tratti di marocchini già noti alle forze dell’ordine, ndr) mentre stavano trascorrendo il pomeriggio all’interno del centro commerciale Adigeo di Verona.
Si erano fatti accompagnare dai genitori per passare qualche ora “fuori porta” in compagnia e magari comperarsi dei capi di abbigliamento approfittando dei saldi. Ma quello che nelle loro intenzioni doveva costituire un pomeriggio spensierato e di svago ha presto lasciato spazio all’angoscia.
«Ad un certo punto», ci racconta uno dei genitori, «mio figlio e i suoi amici sono stati avvicinati da un gruppetto di marocchini, si presume di età compresa tra i 16 e i 18 anni, i quali hanno intimato loro di dargli i soldi che avevano in tasca. Uno dei ragazzi, comprensibilmente impaurito, alla fine ha consegnato a quei balordi le poche decine di euro che aveva in tasca. Ma ditemi voi se è concepibile una cosa del genere».
Fa riflettere, inoltre, che la scena si sia svolta davanti alla consueta mole di persone che nel fine settimana affolla il centro dello shopping alle porte della città scaligera, ma dove purtroppo le baby gang si muovono con destrezza e spavalderia, cogliendo il frangente opportuno per entrare in azione.
All’Adigeo l’allarme baby gang è in realtà scattato da tempo: già diversi sono gli episodi denunciati all’interno e all’esterno del grande magazzino di viale delle Nazioni, per non parlare delle segnalazioni di tentativi di furto e di rapine.
Alcuni sabati fa due minorenni italiani erano stati accerchiati, minacciati e rapinati da giovani malintenzionati che poi erano riusciti a fuggire prima dell’intervento della Polizia.
Nel 2020 una baby gang aggredì in un’esplosione di insensata violenza due vigilantes, che fortunatamente se la cavarono con prognosi di dieci giorni per le forti contusioni subite alla testa, agli occhi e ad altre parti del corpo.
Episodi, secondo le forze dell’ordine, che confermerebbero come anche i centri commerciali, ormai noti collettore di giovani, costituiscano «luoghi di aggregazione di gruppi di ragazzi stranieri, spesso in preda ai fumi dell’alcol, dediti alla commissione di reati predatori». Purtroppo un episodio, quello accaduto a Verona, non unico nel suo genere visto che anche in altre città sono stati registrati simili fatti.
Matteo Vincenzi