BORGO VIRGILIO – « Covid …ripartiamo!», è il titolo progetto che l’assessorato ai Servizi sociali di Borgo Virgilio e la cooperativa sociale CSA presenteranno questa mattina, in municipio a Cerese, per rispondere alle esigenze dei cittadini fragili che maggiormente hanno subito gli effetti della pandemia. Trattasi di un progetto innovativo e sperimentale finalizzato alla realizzazione di un piano integrato per la domiciliarietà e la prossimità. «Ripartiamo – afferma l’assessore ai Servizi sociali Te – resa Amatruda – nella consapevolezza di quanto sia importante mostrare tangibili segnali di vicinanza alle persone più in difficoltà del nostro territorio». I servizi sociali comunali hanno constatato di come l’emergenza sanitaria abbia reso ancora più evidenti le fragilità di chi partiva in condizione di svantaggio: bambini con disabilità, adolescenti destabilizzati, anziani soli che ora necessitano di interventi mirati per evitare situazioni di isolamento e sofferenza. «Occorre continuare ad agire su due fronti – spiega Amatruda -: da un lato sostenere le persone e i nuclei familiari che si confrontano direttamente con questa nuova ondata pandemica e alle prese con la malattia, dall’altro concordare azioni che aiutino le persone a superare il diffuso disagio personale e psicologico». Tre i target di riferimento individuati: le persone anziane, sole e prive di una rete familiare; i bambini con disabilità che durante la pandemia hanno dovuto subire l’interruzione dei trattamenti sanitari e riabilitativi, oltre che l’azzeramento delle relazioni sociali; gli adolescenti fragili che hanno manifestato segnali che andrebbero letti, dal mondo adulto, come veri e propri campanelli d’allarme (aumento degli attacchi autolesivi, disturbi alimentari, apatia, sregolatezza, isolamento sociale e che sempre più il servizio sociale comunale intercetta). Ma in cosa consiste il nuovo servizio? «Mediante un apposito finanziamento statale per l’emergenza Covid, il Comune di Borgo Virgilio ha scelto di stanziare 20mila euro per affrontare queste problematiche – prosegue l’assessore – Sarà perciò costituita un’equipe integrata tra il personale afferente al servizio sociale comunale e la Cooperativa Sociale CSA che, attraverso il lavoro congiunto di assistenti sociali, psicologi ed educatori, progetterà attività di incontro, esperienze di laboratorio dove sia possibile lavorare sulla relazione e la rielaborazione di vissuti di dolore esito dell’esperienza pandemica». A favore, invece, delle persone più anziane, la proposta è quella di mettere in campo, accanto ai servizi tradizionali (sad, adi), una nuova figura identificata nell’infermiere di comunità. «Una figura in grado di fungere da collante tra i servizi ospedalieri e territoriali e di garantire un monitoraggio costante delle situazioni di maggiore fragilità. L’amministrazione conferma il chiaro intendimento di non lasciare indietro nessuno, anche sperimentando nuove modalità di risposta ai bisogni dei cittadini».