ALTO MANTOVANO Una galleria che andrebbe a minare i pozzi per il prelievo di acqua potabile in distribuzione nel territorio che si estende da Monzambano a Canneto sull’Oglio e che rifornisce oltre 10 mila utenti. E’ questo uno degli allarmi lanciati grazie all’ennesimo esposto, dal Coordinamento No Tav Brescia -Veroma.
Il Coordinamento in questione, infatti, prosegue nella battaglia con la quale vuole impedire la realizzazione della linea ferroviaria di alta velocità nel tratto italiano. E lo fa portando all’attenzione del governo e delle forze politiche alcuni elementi di criticità, secondo l’opinione dello stesso Coordinamento, del tratto Brescia-Verona.
«Quando parliamo di elementi di criticità e illegalità ci riferiamo a quelli che sono stati resi palesi dagli atti del processo riguardante lo scavo del Tunnel Tav di Firenze e dalla richiesta di custodia cautelare degli imputati. Ebbene questi fatti potrebbe ripetersi anche nel tratto che coinvolge la tratta tra Brescia e Verona e nello specifico ci riferiamo alla galleria, solo una delle tante a onor del vero, che verrebbe realizzata a Lonato. Qui si potrebbero verificare, quindi, gli stessi problemi di Firenze: lo scavo delle gallerie prevede l’uso di sostanze chimiche per ammorbidire il terreno (additivi schiumosi tensioattivi, polimeri e bentonite) e il materiale estratto dagli scavi è pino d’acqua. Non si tratta perciò di terra ma di rifiuti. Al contrario, però, si tende a considerare le miscele di scavo come sottoprodotti e non come rifiuti. Cosa che fu vietata con la bocciatura di una legge – legge approvata nel 2001 ma bocciata nel 2007 – da parte della Corte di Giustizia europea. La realizzazione di questa galleria, profonda tra l’altro 40 metri – proseguono dal Coordinamento – provocherebbe l’impatto idrologico imprevedibile e pericoloso al territorio delle Colline Moreniche e piana sottostante, dove sono presenti i pozzi per il prelievo dell’acqua potabile in distribuzione nel territorio che si estende da Monzambano a Canneto sull’Oglio e che rifornisce oltre 100.000 utenti. Le falde idriche che si originano dai bacino del Lago di Garda risultano in stretta interconnessione con le falde collinari e dell’Alta Pianura mantovana: questa peculiarità è ben nota a tutti, anche ai progettisti dell’opera ferroviaria che nello Studio geologico-idrogeologico di dettaglio della galleria “Lonato” del luglio 2014 hanno esplicitamente indicato la necessità di adottare opportune soluzioni nella fase progettuale e per il monitoraggio preventivo al fine di impedire che le riserve idriche sotterranee poste a valle della galleria subiscano un depauperamento oppure che la loro qualità subisca delle alterazioni. Una tale evenienza avrebbe infatti conseguenze a dir poco disastrose sul territorio ma di tali adempimenti ad oggi non vi è alcun riscontro».
Tav: con la galleria di Lonato a rischio le falde acquifere dell’Alto
In pericoli i pozzi del territorio tra Monzambano e Canneto