Marco Mengoni incanta Mantova. Oltre 5000 fan in delirio

Mantova Il ruggito di un leone abbinato all’eleganza di un cigno: è difficile trovare un modo diverso per descrivere Marco Mengoni, a maggior ragione dopo l’esibizione di ieri sera in quella bolgia festante meglio nota come Grana Padano Arena. L’accostamento con il re della foresta è d’obbligo sia per le impressionanti capacità canore dell’artista di Ronciglione che per il suo recente exploit come voce di Simba nel live action targato Dinsey del “Re Leone”, mentre in merito all’eleganza, allo stile con cui Mengoni si pone nei suoi show è difficile trovare delle spigolature da criticare. In fondo, in un spettacolo come quello che Mantova ha potuto godere ieri sera c’è davvero poco da criticare. Anzi, praticamente nulla.

Come una mastodontica onda di quelle che si vedono nell’oceano Atlantico (ogni riferimento al titolo dell’album e del tour è puramente voluto), l’energia dello show si abbatte sul pubblico mantovano, che si lascia piacevolmente travolgere dalla potenza dei primi brani, “Muhammad Alì” e “Voglio”.
La reazione che il parterre e gli spalti tributano a loro volta verso il buon Marco e i suoi musicisti sul palco è di quelle da pelle d’oca, a dimostrazione che il pubblico di casa nostra (anche se non mancavano parecchi e parecchie “extra muros”) sa come rendere memorabile una serata ad un artista.
Dall’impeto ad un momento più soft, una morbida carezza che Mengoni rende ai presenti con “Ti ho voluto bene veramente”, “In un giorno qualunque” e “Sai che”. Un sentimento delicato, di profonda passione, la stessa percepita nella bellissima “Hola”, proposta nelle parti conclusive dello show, quest’ultimo inframmezzato dai successi più noti del Mengoni passato (“Pronto a correre”, “Parole in circolo”, “Guerriero”, “Esseri umani” e l’intramontabile “L’essenziale”) a quelli dell’ultimo album che funzionano in una maniera piacevolmente efficace. In questo senso, molto intima e profonda, insomma tutta da vivere, “Everest”, quasi più simile ad una poesia da dedicare che ad una canzone da sentire, mentre chi aveva voglia di ritmi calienti e ispanici si sarà goduto senza dubbio la performance di “La casa azul”.
Diciamo che l’enfasi e le emozioni che si scambiavano Mengoni e il pubblico della Grana Padano Arena hanno fatto dimenticare il fastidioso ritardo col quale l’artista ha dato il via all’esibizione.
Ritardo che però non ha trovato campo nel facile malumore, troppa era infatti l’attesa dei presenti per lo show. Problemi tecnici, derubrichiamo il tutto a incidente di percorso.
Poco piacevole, soprattutto per il pubblico che ha saputo il tutto da una voce all’altoparlante dopo quarantacinque minuti di attesa, ma comunque un incidente di percorso.
Andiamo oltre. Perché è oltre a ciò che si trova il vero cuore dell’esibizione: la condivisione tra l’artista e il suo pubblico, i suoi “guerrieri”, la condivisione di emozioni profonde, tra energia e ballate, il tutto racchiuso in una scenografia essenziale ed accattivante al tempo stesso. Un’onda di potenza, di cuori ed energia, altroché quelle … dell’Atlantico.
Federico Bonati