Barbasso, via libera al progetto di restauro dell’organo “Montesanti”

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BARBASSO (Roncoferraro) – Un “paziente speciale” che ora necessita di un check-up completo per tornare a una nuova vita: si tratta dell’imponente organo Ferdinando Montesanti collocato nella chiesa parrocchiale di San Pietro Apostolo di Barbasso, inaugurato nel 1843. L’obiettivo, dopo il nulla osta dalla Soprintendenza per i Beni Storici e della Curia, è un intervento di manutenzione straordinaria che possa restituire vigore al prestigioso strumento musicale. Il progetto è stato presentato in municipio a Roncoferraro alla presenza del sindaco Sergio Rossi, dell’assessore alla Cultura Roberto Archi e del presidente del Comitato per il restauro dell’organo Montesanti Giordano Fermi insieme al gruppo di lavoro appositamente costituito. «Uno strumento di notevole interesse storico ed artistico. Allo stato attuale delle ricerche relativamente agli organi realizzati dalla celebre famiglia di organari mantovani Montesanti – ha spiegato l’assessore Archi – l’organo di Barbasso risulta essere quello più integro nelle sue componenti, sia per quanto riguarda la parte meccanica che per quella fonica. Il progetto illustrato trova la sua specifica ragione nell’esigenza di completare il recupero dei due organi Montesanti presenti nel territorio roncoferrarese, ovvero quello di Governolo (già restaurato, ndr) e, appunto, quello di Barbasso». L’organo conserva in modo peculiare l’intonazione d’origine che non ha subito alterazioni significative nel corso di 182 anni. «Se è vero che il prezioso organo è in condizioni di semiabbandono e presenta problemi di funzionamento causati da perdite di vento nella manticeria e dal fatto che alcune stecche del somiere maestro si bloccano in posizione aperta per via dell’inattività e del tasso di umidità presente nell’ambiente, è paradossalmente positivo – ha aggiunto Giordano Fermi – che in questi anni non sia mai stato toccato. I restauri “fai da te” o alla bene meglio avrebbero infatti potuto comprometterne il funzionamento». A seguito di un recente sopralluogo eseguito dai tecnici della ditta specializzata “Micheli” di Volta Mantovana si è costatata la presenza di un notevole strato di polvere che ricopre lo strumento per intero, ma si è altresì avvalorata l’accuratezza di alcune soluzioni tecniche adottate per la costruzione del manufatto. «Tale organo – hanno convenuto Fermi e Archi – merita pertanto un accurato restauro che preveda come condizione primaria il rispetto dell’intonazione e, per quanto possibile, dell’accordatura oltre che la salvaguardia dell’impianto trasmissivo e della manticeria». Il recupero dell’organo è stimato in circa 75mila euro. Una somma importante, alla quale potrebbe concorrere la Cei con il contributo del 70% unitamente al sostegno del Comune di Roncoferraro. Resta fondamentale reperire entro la primavera almeno 20mila euro attraverso elargizioni liberali o finanziamenti di Fondazioni per consentire il completamento della pratica che l’Unità Pastorale San Leone Magno, tramite gli uffici diocesani, dovrà far pervenire alla Cei.

Matteo Vincenzi

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