MANTOVA Dopo il rugby, anche il basket è orientato verso l’annullamento della stagione 2019/20 per l’emergenza Coronavirus. Pochi giorni fa il nuovo presidente della Lega di serie A Gandini aveva detto: “Il 30 giugno è la data ultima per la conclusione del campionato, altrimenti tra 2019/20 e 2020/21 andrà privilegiata la prossima stagione, quella della rinascita”. Anche la Fip pare d’accordo sul fermare tutto definitivamente, e l’ufficialità potrebbe arrivare a giorni. Niente scudetto e nessuna retrocessione. E l’A2? Ufficialmente la Lnp, dopo la riunione del 23, ha chiesto alla Fip di annullare la B e analizzare col tempo se vi fossero le condizioni di sicurezza per un’eventuale ripresa a maggio e giugno, ma la situazione emergenziale prosegue, ancora una luce in fondo al tunnel non si vede e anzi, il Governo è intenzionato a proporre un’estensione del lockdown del Paese oltre il 3 aprile, che varrà anche per il mondo dello sport. Se si ferma la A, stessa sorte toccherà all’A2. Tanti i club che stanno chiedendo lo stop, tra cui la Pompea. Anche il consigliere d’amministrazione Paolo Mennini è a favore della sospensione: «Non sappiamo ancora bene, ma è evidente che non si potrà giocare a maggio. Anche tra le società che abbiamo sentito noi, c’è la volontà di chiudere qui, non ci sono i presupposti. Tra le condizioni richieste alla Fip dalla Lega vi erano la salute, la sicurezza per tutti e le porte aperte, e non è fattibile. Auspichiamo che a breve sia presa una decisione. Non si vede la luce in questa situazione. Prima la salvaguardia della salute di tutti. Difficile programmare una ripresa adesso: i giocatori fermi da oltre un mese, gli stranieri sono tornati nei loro Paesi e, anche rientrando in Italia, dovrebbero rimanere 14 giorni in quarantena prima di allenarsi. Per maggio quindi i tempi stringono». Spiace da un punto di vista sportivo: «Avevamo una buona squadra, performante ed eravamo pronti a giocarci le nostre cartucce. Resta il rammarico perché avremmo potuto fare un importante finale di stagione. Ma ora pensare al campo non si può». Meglio quindi archiviare questo campionato e pensare a organizzare in qualche modo la prossima annata, anche se pure qui si naviga a vista. Le ripercussioni economiche del lockdown saranno pesanti, per alcuni anche più di altri: «Noi siamo un club medio-virtuoso, ma ce ne sono alcuni che già prima erano in difficoltà e ora sono con l’acqua alla gola… La crisi andrà a colpire tutte le società. Meglio ipotizzare come ripartire degnamente la prossima stagione, anche se “degnamente” non si sa adesso cosa voglia dire. Dobbiamo restare lucidi, perché le cose si scopriranno con il passare del tempo. Noi non abbiamo un “padre-padrone”, il nostro rischio è spalmato su piccole e medie imprese. Dobbiamo vedere la risposta economica del tessuto del nostro territorio. La situazione è in continuo evolversi e se si va avanti per mesi anche noi avremo problemi. Non viviamo certo con il numero degli spettatori al palazzetto o i diritti televisivi che sono inesistenti. Speriamo di avere da qualcuno una mano quando la chiederemo. Speriamo che la Lega ci aiuti, la Federazione riduca le tasse o il Governo possa equiparare i nostri atleti a lavoratori dipendenti, ma ora è tutto in stand-by. Speriamo di capire al più presto come chiudere questo campionato per programmare il prossimo». Al momento, l’unica cosa ufficiale è la Coppa Italia di serie A2 e B che si terrà a Ravenna in settembre, con la speranza che le condizioni lo permettano. (cris)