Ciclismo – Roverselli: “Sulle strade a giugno? Non credo proprio”

Il vice presidente regionale dell’Fci Lombardia, Adriano Roverselli

MANTOVA «Il desiderio di iniziare la stagione c’è ed è fuori discussione, ma in un momento come questo la priorità assoluta non sono di certo le gare, bensì la necessità di salvaguardare la salute di tutti. Per questo ritengo di fondamentale importanza rispettare le regole stabilite restando in casa». La pensa così il vice presidente regionale dell’Fci Lombardia, Adriano Roverselli mentre analizza la situazione tanto a livello lombardo quanto quello locale. «Riuscire a sconfiggere il virus – ribadisce il dirigente federale guidizzolese – per tornare alla normalità credo sia il proposito di tutti, ma in un momento simile diventa difficile ipotizzare quando si potrà tornare in sella per gareggiare. Agli atleti, dai professionisti ai giovanissimi, comunque è stato chiesto di mantenersi in forma restando in casa e sappiamo benissimo come il lavoro sui rulli non sia la medesima cosa di un allenamento su strada. Da parte mia concordo su questa soluzione perché ritengo sia fondamentale, per la salute di tutti, evitare il più possibile i contatti».
Qualcuno ipotizza che il ritorno alle gare possa avvenire in giugno; dal suo punto d’osservazione è credibile la cosa oppure siano ancora una volta nell’ambito dei desiderata?
«Sono in costante contatto con il presidente regionale e stiamo monitorando la situazione giorno per giorno. Pur essendo io un ottimista di natura, penso francamente che l’ipotesi del ritorno alle gare a giugno non sia del tutto percorribile. Magari lo fosse…».
Sul versante del dirigente di società oltre che federale, il fatto che molte gare nella migliore delle ipotesi siano state rinviate significa che è ancora forte la volontà di non gettare al vento la stagione?
«Che tra gli addetti ai lavori vi sia la volontà di non dover chiudere prima del tempo la stagione è fuori discussione. Esistono problemi organizzativi però che inducono a pensare che per molti diventerà davvero difficile poter posticipare una gara non svolta in queste settimane. Non tanto e non solo per i calendari già predisposti, ma pure per l’impegno economico garantito dagli sponsor che in questi mesi stanno pagando un prezzo altissimo dell’epidemia. Moltissimi di loro, infatti, hanno l’attività ferma e quando riprenderanno con molta probabilità prima di garantire il sostegno alle gare di ciclismo saranno impegnati nella salvaguardia della loro azienda e dei loro dipendenti. Confido che non si debba davvero spostare tutto al 2021 con la speranza che nel frattempo si siano ricostruite le condizioni per una ripresa con maggiori stimoli ed entusiasmo».
Paolo Biondo.