MELARA Per tutti era il patron della Folgore Melara, una società che era arrivata a disputare il campionato mantovano di Seconda Categoria, nonché uno degli imprenditori di riferimento nel mondo delle giostre. Se n’è andato a 79 anni, dopo una lunga malattia, Renzo Martini, che con il figlio Fabio ha costruito una squadra che in una manciata di stagioni era diventata una realtà apprezzata del calcio virgiliano. Martini riposerà con la moglie Maria, mancata proprio qualche settimana fa, il 12 ottobre. I funerali dell’ex patron si svolgeranno domani alle 15 presso la chiesa parrocchiale di Melara. Martini lascia anche un altro figlio, Cristian, che assieme a Fabio ha preso le redini dell’azienda di famiglia, fondata nel 1980, la MelPark. Una realtà che oggi dà lavoro a 45 persone tra il Rodigino, il Mantovano e la Bassa Veronese. Renzo Martini fu anche tra i promotori dell’Ancasvi, l’associazione dei costruttori di spettacoli viaggianti.
«A Melara tanti ricordi, emozioni uniche – ricorda Emanuele Negrini, che proprio su quella panchina ha cominciato la sua avventura da tecnico di prima squadra -. Quel campo raccolto, la gente seduta sull’argine a seguire i match: si era creata una simbiosi meravigliosa tra la società e il paese. Qualcosa di irripetibile, che non ho mai più ritrovato altrove. Sono orgoglioso di aver contribuito a creare quel ciclo, portando alla Folgore alcuni ragazzi usciti dalla Juniores dell’Ostiglia. Fu Maurizio Guernieri che ci consentì di assemblare quel gruppo, lasciandoci tesserare tanti ragazzi, che furono la prima ossatura. Ultimamente tanti personaggi storici ci hanno lasciato, pochi mesi fa Maurizio Nardi, ex patron dell’Hostilia. I ricordi affiorano e tornano alla mente tanti bei momenti vissuti insieme».
Vulcanico e sanguigno, ma con un cuore d’oro, sempre pronto ad ascoltare i propri ragazzi: Martini ha gestito la sua Folgore in tandem col figlio. «Quella del Melara fu un’avventura fantastica – dice Fabio Martini – che si chiuse nel 2008. L’apice fu quando fummo promossi nella finale di Pegognaga, contro il Soave. Nel feretro di mio padre ho messo una foto di quel giorno, uno dei più belli della sua vita, mentre abbraccia il portiere Maurizio “Mauri” Bianchini, morto tragicamente nel 2007 in un incidente stradale. Quest’ultimo evento turbò molto papà, che si distaccò dalla sua creatura e perse gli stimoli a continuare».