MANTOVA Se il green pass per i calciatori dilettanti, annunciato nei giorni scorsi dal presidente federale Gabriele Gravina non sembra essere un problema per le big del calcio mantovano (che potrebbero registrare solamente, nel peggiore dei casi, qualche defezione), una questione importante potrebbe nascere piuttosto per le giovanili.
Non sono poche le società che hanno esposto, non a torto, alcune perplessità nell’ultima riunione provinciale organizzata dalla Delegazione di Mantova.
In effetti, andando a verificare i dati del governo, la fascia dei 12-19 anni in Lombardia è ancora a percentuali troppo basse: solo un ragazzo su tre (i numeri parlano di un 12% circa con doppia dose e un 39% con almeno una somministrazione) avrebbe i requisiti per ottenere la “carta verde”, conditio sine qua non per giocare a livello agonistico, a meno di non fare continuamente dei tamponi (cosa impraticabile a livello di costi per le società dilettantistiche) o di aver passato la malattia.
Insomma, la faccenda è davvero complessa: da un lato le società non possono certo forzare la mano, ma solo caldeggiare presso i genitori la vaccinazione. Dall’altro, anche la campagna di somministrazione, pur andando a gonfie vele nella nostra regione (a livello di percentuali raggiunte, una delle migliori al mondo), non è detto che riesca, allo stato attuale, a dare una copertura adeguata in tempo per l’inizio dei campionati ai ragazzi con meno di 20 anni, che poi sono l’oggetto delle giustificate preoccupazioni dei dirigenti. E si sa bene, che prima di iniziare l’attività agonistica ad ottobre, occorrerebbe fare almeno un po’ di preparazione.
I presidenti, consci della situazione, sperano in un assist dallo stesso governo: qualora, infatti, ci fossero restrizioni anche per la frequenza in presenza alle lezioni scolastiche, la campagna vaccinale per gli under 20 spiccherebbe definitivamente il volo, senza troppi patemi né preoccupazioni, convincendo attendisti, titubanti e ritardatari.
Nessuno dei dirigenti si sogna di mettere in dubbio l’utilità della campagna vaccinale che, anzi, è uno strumento importante per non dire addio anche alla terza stagione consecutiva del calcio dilettantistico. Dall’altro lato, però, serve una buona mano perché le somministrazioni possano raggiungere la platea richiesta. Staremo dunque a vedere quali iniziative metterà in atto il governo Draghi, cui va dato merito (assieme all’opera della Regione, col cambio di passo firmato Moratti-Bertolaso) di aver accelerato la campagna vaccinale in modo significativo, riuscendo a coprire gli over-20 con percentuali davvero importanti, che ormai toccano oltre 60% con almeno una dose nella nostra regione. Serve un altro sforzo importante, assieme ai protocolli attesi nei prossimi giorni, per permettere alla prossima stagione del calcio giovanile di nascere.