CASTIGLIONE Quattro i rinnovi annunciati dal Castiglione ieri: se con Bignotti occorrerà un nuovo incontro per trattare l’eventuale permanenza, come anticipato sono rimasti in rossoblù quattro big come Mangili, Fantoni, Guagnetti e Luca Maccabiti.
Quest’ultimo, classe 1991, cannoniere dei mastini nella scorsa stagione, si appresta a vivere la seconda stagione consecutiva del suo ritorno aloisiano (la prima esperienza, tra il 2012 e il 2015 in C2 e D, la consideriamo un tutt’uno, nonostante la parentesi di pochi mesi al Renate).
«Castiglione è casa mia, calcisticamente parlando – dice – è la piazza in cui mi sono espresso meglio, per presenze e gol realizzati. L’altro giorno con il manager Manini è stato un reincontrarsi, c’era la volontà di proseguire da entrambe le parti. Abbiamo trovato l’accordo capendo le reciproche esigenze. Sono contento di proseguire qui».
Quinta stagione in maglia castiglionese, di questo passo Maccabiti diventerà una bandiera del club: «Magari! – dice – mi piacerebbe, questa piazza mi ha sempre trasmesso positività».
Andiamo verso una stagione un po’ anomala: «Bisognerà capire quali saranno le regole e il format dei gironi di Eccellenza – dice Big Mac -, l’obiettivo magari sarà quello di migliorare la buona posizione che avevamo ottenuto a ridosso dei play off, prima della sospensione del torneo. Senza strafare, senza proclami, sarebbe bello progredire un gradino alla volta. Mi spiace che questa pandemia abbia bloccato tutto, ci tenevo ad arrivare in doppia cifra nell’ultima stagione, invece mi sono fermato a otto gol complessivi. Però sono stati quasi tutti pesanti: questa è una bella consolazione. Sono sicuro che, se avessimo proseguito, avremmo potuto lottare per essere ancora più in alto. Sono fiducioso per l’anno prossimo: i giovani avranno più esperienza, la squadra è già rodata. Manini? Con Gianluca, che l’anno scorso era il direttore, il rapporto è splendido, ha il vantaggio di arrivare in panchina ben conoscendo la rosa, che sin dall’anno scorso aveva contribuito a costruire nelle vesti d dirigente. Sono davvero curioso di scoprirlo in qualità di allenatore».
L’incognita è piuttosto quella di andare incontro ad un’estate senza tornei: «Sarà molto strano non potersi tenere in forma con qualche partita dei tornei, si rischia di dover affrontare preparazioni più lunghe e delicate ad inizio autunno. Ne trarranno vantaggio quelli che nell’ultima annata hanno giocato di meno, probabilmente. Certo, trovare gli stimoli per allenarsi in solitaria, come fino ad ora siamo stati costretti a fare, è sempre complesso per ragazzi abituati ad un lavoro di squadra».