Calcio Serie C – Mantova, parla il golden boy Bragantini: “Io da Champions? Se lo dice Possanzini…”

Davide Bragantini
Davide Bragantini

MANTOVA Tra i giovani più talentuosi di questo irresistibile Mantova c’è sicuramente Davide Bragantini. Vedere per credere il gol che ha sbloccato il risultato sabato scorso contro la Pro Patria: un sinistro a giro dalla lunga distanza, degno del miglior Del Piero. Magnifico. Da qui parte la chiacchierata con questo 20enne della Valpolicella che, pur tenendo i piedi per terra, non nasconde le proprie ambizioni.
È il gol più bello della tua giovane carriera?
«In realtà ne ho fatti altri simili. Il fatto è che mi vengono più “facili” quelli in apparenza più difficili».
C’è più istinto o tecnica?
«Puro istinto. Ho puntato l’uomo, mi sono accentrato e… mi è venuto naturale provare la conclusione. È andata bene».
C’è una dedica per questa prodezza?
«Alla mia ragazza Emma. Il gesto del cuore, mentre esultavo, era rivolto a lei. Me lo chiedeva da tempo. Un pensiero, però, vorrei rivolgerlo anche a mamma Alessia e papà Nicola che mi sostengono ogni giorno».
Tra i tanti complimenti che avrai ricevuto, quale ti ha colpito di più?
«In effetti ne ho ricevuti tanti e ringrazio tutti. Ma il migliore rimane Mensah: “Tu sei assurdo”, mi dice sempre. E ovviamente me l’ha ripetuto anche stavolta».
Possanzini dice che hai le qualità per arrivare in Champions, però devi essere più continuo…
«Sulla continuità ha perfettamente ragione. A volte rivendendo le partite mi accorgo che magari mi estranio per 10 minuti… Sto lavorando per correggere questo limite».
E sulla Champions?
«Beh, apprezzo le parole del mister. E se lo dice lui… voglio crederci anch’io».
Cosa ti ha insegnato Possanzini?
«Tante cose. Per esempio a stoppare la palla col piede destro, così mi è più facile poi rientrare col sinistro. O a mettermi dietro ai centrocampisti, cosa che per pigrizia non ero abituato a fare».
E i tuoi compagni?
«Anche loro mi aiutano tantissimo. Ne cito uno per tutti: Burrai. Lui mi dice sempre di girare la testa, in modo da avere una visione d’insieme su quel che accade in campo, sui compagni liberi, su dove va la palla».
Di te al Mantova si era già parlato due estati fa, poi non se ne fece nulla. Meglio così, non credi?
«In realtà erano solo voci, non siamo mai andati vicini a concretizzare. E comunque concordo: meglio così. Ho avuto modo di crescere giocando un altro anno nella Primavera del Verona. E sono arrivato a Mantova nella stagione giusta».
Quando hai avuto la consapevolezza che sarebbe stata un’annata così magica?
«Dopo l’amichevole col Brescia. Lì ho realizzato che questa squadra poteva davvero fare grandi cose».
Ma cos’ha il Mantova più delle altre squadre?
«Siamo davvero molto uniti. Non c’è mai stato un litigio, ci aiutiamo tutti a vicenda. E poi il mister: fin dal primo giorno ci ha esortato a non aver paura di sbagliare. Da lì è cominciata una crescita costante».
Il sogno della B si sta realizzando?
«Cerchiamo di non pensarci. Rimaniamo sereni».
Ma dentro di te senti che il traguardo è vicino?
«Lo sento… ma non lo dico. Diciamo che ci speriamo tutti, in primis la città. Che se lo merita, basta vedere con quanta passione ci sostiene».
Com’è giocare davanti a tanta gente?
«Fantastico. Temevo di risentirne negativamente sul piano emotivo, invece stranamente non è accaduto. Mi stupisco di me (ride)».
Domenica si va a Novara…
«Non è un campo facile. Il terreno è in sintetico e già all’andata i piemontesi ci misero in difficoltà, anche se alla fine riuscimmo a vincere. Aggiungiamoci pure che adesso tutti ci conoscono e per noi diventa ogni volta più complicato. Molte squadre, per esempio, la buttano sull’agonismo».
Chi è Davide Bragantini fuori dal campo?
«Un ragazzo semplice, non troppo mondano. Nonostante sia di Verona, ho deciso di abitare qui a Mantova con alcuni miei compagni di squadra».
Il tuo sogno?
«Per quest’anno… mi sembra ovvio ma non lo dico. Per quanto riguarda la mia carriera, invece, mi rimetto alle parole di Possanzini: giocare in Champions League».
Sei di proprietà del Verona: il tuo futuro difficilmente sarà qui a Mantova…
«Mah, vediamo. Rimanere qui non mi dispiacerebbe affatto».