MANTOVA Dalle parti di viale Te, dici Albinoleffe e non sai bene se fare gli scongiuri o accendere un cero. Perchè il club bergamasco è stato fonte di gioie e dolori per il Mantova, in un arco di tempo oltretutto limitato, visto che il primo incrocio tra le due squadre risale al campionato 1998-99. Non si può quindi parlare di una rivale storica dei biancorossi. Tuttavia, è innegabile che l’Albinoleffe abbia recitato un ruolo non secondario nelle vicende del Mantova del terzo millennio.
Gioie e dolori, dicevamo. Poche le prime, molti di più i secondi. Eppure proprio il più grande dei dolori, col senno di poi, si è trasformato nella più straordinaria delle opportunità. Peraltro colta al volo dalla società biancorossa. Stiamo ovviamente parlando della retrocessione dello scorso campionato, maturata al termine del doppio play out con l’Albinoleffe. Al Mantova sarebbero bastati due pareggi per salvarsi, ma a decidere fu l’1-0 della gara d’andata a Zanica, firmato da Manconi con un tiro dalla distanza senza pretese che mandò in tilt il portiere biancorosso Tosi. Sembra passata un’era geologica, tantopiù che nè Manconi nè Tosi oggi fanno parte degli organici di Albinoleffe e Mantova. Eppure era solo il 6 maggio 2023, nemmeno un anno fa. Al ritorno i virgiliani, spompati e senz’anima, non riuscirono a ribaltarla e l’1-1 certificò la retrocessione in D. Un’onta che rimarrà nell’ultracentenaria storia dell’Acm. Ma che in realtà ha rappresentato l’occasione per rinascere.
Il resto, infatti, è noto e sa di favola: il Mantova viene riammesso in C grazie alla rinuncia del Pordenone e, solo grazie a quella retrocessione che l’ha di fatto “tramutato” in un club di Serie D, si libera dei tanti contratti onerosi di giocatori che non rientrano più nei programmi. Il presidente Piccoli si è così visto servire su un piatto d’argento l’opportunità di ripartire dal foglio bianco, di voltare definitivamente pagina con un progetto nuovo, completamente slegato dal disastroso passato e assegnato a uomini fidati. Ecco perchè l’Albinoleffe (lo ripetiamo: col senno di poi) è diventato una manna dal cielo per il Mantova: senza quella retrocessione, nulla del favoloso presente biancorosso sarebbe stato possibile.
Poi, certo, l’amarezza per quell’epilogo di quel doppio play out rimane e rimarrà. Non è un caso che Piccoli, nella gara d’andata di questo campionato, avesse promesso un premio partita a Burrai e compagni qualora il Mantova avesse battuto i bergamaschi (e così andò: 3-1): la ferita era evidentemente rimasta aperta.
Andando più in là negli anni, non si può non ricordare i tempi di Lori, con il Mantova in Serie B. L’Albinoleffe c’è stato in tutti e 5 i campionati cadetti disputati dai biancorossi. E si guadagnò la fama di bestia nera dell’Acm: 5 partite giocate a Bergamo e 4 vittorie. Il Mantova esultò solamente nella stagione 2008-09, con Costacurta in panchina: un 2-1 firmato Corona-Godeas che rappresenta uno dei pochi lampi della brevissima carriera da allenatore dell’ex difensore milanista. Quella vittoria fu bissata l’anno scorso: De Francesco e Mensah gli autori di un 2-0 che sembrava trascinare il Mantova verso la salvezza. Pia illusione. Anzi, come abbiamo visto, meglio così.