Mantova Impossibile dimenticare i primi due anni in B del Mantova. Sulla squadra allenata da Mimmo Di Carlo erano puntati gli occhi di mezza Italia. Una squadra che aveva vinto la C2, la C1 ai playoff, andando a sfiorare poi la Serie A e dopo averla persa, s’inchinò a Juve, Napoli e Genoa, ma solo dopo averle battute tutte e tre al “Martelli”. Mantova sognava la Serie A e tra i protagonisti di quel sogno c’era anche Massimo Brambilla, ora tecnico della Juventus Next Gen, che arrivò in riva al Mincio da giocatore ormai vicino alla soglia del ritiro. Arrivò dal Cagliari dove non ebbe un’esperienza molto positiva e così accettò la corte del ds Magalini, che decise di affidargli le chiavi del centrocampo biancorosso. Brambilla conquistò subito la fiducia di Di Carlo diventando uno dei punti di riferimento della squadra. Nelle due stagioni a Mantova collezionò 64 presenze. In panchina nella storica vittoria contro la Juve al “Martelli”, era invece in campo nel match di ritorno, perso, all’Olimpico. Max era un giocatore che non parlava molto in campo, ma si faceva sentire. Le azioni partivano da lui, dettava i tempi del gioco. Ha portato alla squadra esperienza da vendere. Dopo l’addio al Mantova, le ultime stagioni con Monza e Pergolettese, prima di iniziare la carriera da allenatore. Gli anni migliori all’Atalanta con cui ha vinto il campionato Allievi nel 2016, una Supercoppa con l’Under 17 nello stesso anno, due campionati Primavera 2 tra il 2018 e il 2020 e anche la Supercoppa. Un palmares che gli ha aperto le porte della Juventus Next Gen con cui sta facendo un buon percorso nel girone A di Lega Pro. Domenica ritroverà quindi il Mantova da avversario.