La VOCE dei tifosi, racconti dai gradoni dello stadio: Juve Stabia-Mantova

corazon

di Chiara Sanguanini

Mercoledì 28 agosto:
In viaggio con la nonna (romanzo di formazione… biancorossa)
Personaggi: No= nonna. Ni= nipote T= tifoso U= ultrà
Con la partecipazione straordinaria di Renata, la signora della tribuna e Mensah, il numero 7.
Partenza. Per Nipote è la prima trasferta della vita, per Nonna una delle tante in quasi 60 anni.
A Castellucchio un gruppo di tifosi sta aspettando il pullman. Clacson e Ni “Ciaoo, ci vediamo a Piacenza!”
In tribuna laterale, al Garilli, di fronte ad enormi distinti vuoti che scendono a precipizio (Ni “Ecco perché sono in D: ad ogni gol i tifosi si alzavano esultanti, precipitando sotto; così non ce n’è più”) siamo praticamente tutti mantovani, tranne lo spicchio nord dei “Figli del Vesuvio”. La curva si riempie di biancorossi e U “Conquista la vittoria, conquistala per noi”
Il Mantova fatica, riparte sempre a sinistra con Solini che rallenta, si gira, torna indietro… insomma volonteroso, ma decisamente fuori ruolo.
No “Come dici che finirà?”
Ni “La squadra che segna vince!”
Detto fatto. Errore in disimpegno. Solita pericolosa ripartenza nell’area piccola, Festa passa a Burrai, anticipo del marcatore e gol delle vespe.
1 a 0. Encomiabili gli ultrà che dopo un attimo di sconcerto riprendono a cantare.
No “Ma porco… ma ancora! Ma sempre!”
T1 “Basta regali!” T2 “Natale è lontano!” T3 “Se il buongiorno si vede dal mattino” T1 “Forza reagire!” T2 “Mi sa che qui c’è da stringere le chiappe”
Il Mantova è spento. Lento, prevedibile, senza voglia. Non supera la metà campo fino al 35’.
Ni “Oh, siamo entrati in area” “Oh, siamo usciti” “Oh siamo rientrati” “Oh, basta!”
La nonna sorride, ma dentro continua a ripetere “Cavolo, cavolo, cavolo…”
Qualche tifoso grida “Sveglia!” oppure “Possanzini cambia, aspetti il 2 a 0?”
Qualcun altro ottimista “C’è tempo”
Intanto finisce il tempo. Musica napoletana dagli altoparlanti.
No “Siamo a Castellammare” Ni “Già, vero!” Poi chiede “Oggi i giocatori danno le maglie?” No “Non credo, perché?”
Ni “Vorrei quella di Mensah”
Si ricomincia. Cambi. Entra proprio Davis. Esce Mancuso. T2 “Mancuso mi ha deluso” Lo sa pure lui che lancia con rabbia la maglia in panchina. Tifosi “Ohhh, calmati!”
Il Mantova gioca meglio, peggio non si poteva, ma niente da fare. Ci si mette anche l’arbitro che fischia quando, dopo un fallo subito al limite, Debenedetti si libera ed è solo davanti a Thiam.
“Noooooo!!!” “Destino avverso!”
Loro perdono tempo.
Dopo un’azione cadono e restano a terra tre o quattro. Così, perché “I voleva culgaras” “Geni del nulla”
No “Speriamo nella zona Cesarini”
Ni “Cos’è?” No “Te lo spiego domani”
Ultimo corner. Ultima speranza
Ni “Abbiamo l’1% di possibilità” Sempre meglio di niente, ma Salvatore lo svirgola clamorosamente. Non ci resta che ridere. T3 “Burrai ha bisogno di riposo”
Finisce.
Mio nipote, Damiano, corre verso il vetro e chiama “Mensah, la maglia!” Mensah se la toglie e gliela lancia. È felicità che supera il risultato.
Lui è contento, i tifosi meno.
“Troppo lenti, loro poco, noi niente” “Partita da dimenticare” “Non è sempre domenica” “Loro hanno pressato, pestato, perso tempo. Sono poca cosa, ma hanno avuto ragione.”
Damiano vola. Grazie Mensah.
Renata, pacata, commenta “Nessun dramma, ma deve diradarsi la nebbia che spesso incombe sulla squadra. Noi soffieremo forte, ma voi aiutateci!”.