Botte al padre per i soldi, 32enne stangato. Cinque anni e quattro mesi di reclusione per maltrattamenti ed estorsione

MANTOVA Cinque anni e quattro mesi di reclusione. Questa la sentenza, nel giudizio con rito abbreviato, emessa ieri mattina dal giudice per l’udienza preliminare Gilberto Casari nei confronti di un 32enne di Guidizzolo finito in manette lo scorso gennaio con le accuse di maltrattamenti in famiglia, lesioni aggravate, minacce ed estorsione. Condotte queste reiterate nel tempo, all’incirca per una decina di anni, e che vedevano nel caso specifico il padre dell’imputato l’unica vittima designata. Già alcuni mesi prima dell’arresto del figlio questi si era infatti rivolto ai carabinieri per denunciare i comportamenti violenti perpetrati ai suoi danni dal discendente. Ai militari l’uomo aveva infatti raccontato di una situazione familiare divenuta ormai insostenibile e caratterizzata da continue percosse e minacce, anche di morte, subite solamente per aver osato dire “no” alle sue insistenti richieste di denaro. A quel punto gli uomini dell’Arma avevano così preso a tenere d’occhio il giovane, anche tramite testimonianze, fino ad ottenere una ricostruzione dettagliata dei fatti e, data l’impossibilità di continuare la convivenza, inducendoli a chiedere all’autorità giudiziaria l’emissione dell’ordine di custodia cautelare in carcere a carico del 32enne. Ma denunce e arresti sempre per tali comportamenti non erano per lui una novità. Nell’aprile dello scorso anno, aveva infatti subito una prima condanna, a cinque anni e sette mesi di reclusione, per aver maltrattato ed estorto denaro anche all’anziana nonna che nel 2017 per un periodo lo aveva ospitato; Stando alle ricostruzioni degli inquirenti la donna, terrorizzata dal nipote, aveva iniziato a camminare a piedi nudi in casa per non svegliarlo. Faceva colazione soltanto dopo che lui era uscito subendo maltrattamenti sia di giorno che di notte. Contro di lui aveva testimoniato anche il padre, confermando tutte le accuse. In tale sede aveva raccontato di essersi rivolto ai carabinieri perché anche lui non poteva più sopportare quella situazione. Dei 1.200 euro del suo stipendio, almeno 800 finivano nelle tasche del figlio. Ieri dunque una nuova seconda stangata.