MANTOVA Musi lunghi in casa Gabbiano Farmamed. I play off sono iniziati male, con la netta sconfitta (3-0) subita al PalaSguaitzer in gara-1 dei quarti di finale, per mano dell’Altotevere San Giustino. Al di là del risultato, ha deluso la prestazione dei biancazzurri, che hanno tenuto bene soltanto nel primo set (26-28) per poi crollare negli altri due (18-25 e 17-25). Già il giorno dopo, il capitano Edoardo Gola aveva chiesto scusa a nome di tutta la squadra, promettendo una reazione per gara-2, in programma domenica in Umbria. Ora a prendere la parola è il presidente Paolo Fattori, che ha avuto modo di confrontarsi anche con la squadra. «La prestazione offerta domenica è del tutto inaccettabile – chiarisce – . Non tanto per il risultato, che nello sport può arrivare o meno, ma per l’atteggiamento mostrato in campo: molle, privo di orgoglio, senza la minima traccia di quel fuoco che dovrebbe, soprattutto in questo momento della stagione, bruciare dentro chi ha il privilegio di rappresentare questa squadra».
Parole forti e chiare, quelle del patron, intenzionato a dare una scossa alla squadra. «Indossare questa maglia non è un dettaglio – prosegue Fattori – , non è una semplice tappa della carriera. È un impegno, un dovere, un onore. E, ad oggi, ci sono troppe persone che sembrano averlo dimenticato. Questa è una cosa che, come società, non possiamo accettare».
Decisiva dunque la partita di domenica sul campo di San Giustino, da vincere per allungare la serie a gara-3: «Non è solo questione di proseguire nei play off – tuona il numero uno del Gabbiano – . È una questione di rispetto. Rispetto per i tifosi che anche domenica erano al PalaSguaitzer e alla fine erano allibiti e delusi. Rispetto per questa società e per chi ci lavora ogni giorno. Rispetto per tutti gli sponsor verso i quali abbiamo il dovere di mettere in campo, sempre, serietà ed impegno».
Fattori lancia dunque un appello finale: «È il momento di assumersi responsabilità, di rispondere con i fatti, non con le parole. Non è più il momento di guardarsi attorno o trovare scuse. La stagione non finisce ora. È il momento di combattere, di scendere in campo con il coltello tra i denti, con la voglia di lasciare ogni goccia di sudore su quel parquet. Noi siamo questa squadra e queste persone. Noi siamo questi colori. E adesso dobbiamo dimostrarlo».