MANTOVA Che l’organico del Mantova necessiti di rinforzi è sotto gli occhi di tutti, società in primis. Non a caso, da viale Te hanno già detto e ridetto che interverranno con decisione sul mercato di gennaio. Oltre alla classifica (che parla da sè), c’è un altro elemento che conferma questa tesi, e riguarda le sostituzioni del tecnico Maurizio Lauro. È curioso far notare come, nelle 17 partite disputate fin qui in campionato, solo in 4 occasioni il tecnico biancorosso abbia usufruito di tutte e cinque le sostituzioni disponibili. Di queste quattro gare, solo in quella col Piacenza (vinta 2-1 con gol al 93’) i cinque cambi hanno portato benefici. Nelle altre tre (contro Albinoleffe, Juve e Triestina) non sono serviti. In altre quattro gare (Legnago, Lecco, Sudtirol e Vecomp), Lauro si è fermato a quattro sostituzioni in corso d’opera, mentre in cinque match non è andato oltre i tre cambi. Ma il dato più curioso è che in ben 4 partite l’allenatore biancorosso ha operato appena due sostituzioni, davvero poche: è successo contro FeralpiSalò, Seregno, Fiorenzuola e Pro Sesto.
Solitamente, quando un allenatore attinge poco dalla panchina le ragioni sono due: o è soddisfatto della prestazione degli 11 in campo e lo sviluppo della partita non gli suggerisce di intervenire; oppure in panchina non trova alternative valide – o comunque di livello superiore a chi è in campo. Probabilmente Lauro, in queste 17 partite, si è trovato nell’una e nell’altra condizione. Ma è ragionevole pensare che, nella maggior parte delle occasioni, a indurlo a mantenere intatto (o quasi) lo schieramento di partenza sia stata la mancanza di ricambi considerati efficaci. Evidentemente la panchina non abbonda di giocatori capaci di far saltare il banco e dare una svolta alla gara. Non è semplicemente una convinzione dell’allenatore, magari dettata da pregiudizio. I fatti stessi finora hanno dimostrato che pochissime volte chi è subentrato ha lasciato il segno.
La tendenza a limitare le sostituzioni si è accentuata nelle partite più recenti. L’ultima volta che Lauro è ricorso ai cinque cambi, infatti, è stato a Trieste. Nelle ultime 7 gare, invece, il mister è arrivato al massimo a 4. E negli ultimi due match, contro Renate e Pergolettese, si è fermato a 3. Per completare il quadro, diciamo che i giocatori subentrati di più sono stati Zappa e Paudice (8 volte), seguiti da Piovanello (6). Viceversa, il biancorosso con più sostituzioni subite è Messori (9), seguito da Bertini (6).
Tutto ciò per dire che la cosiddetta panchina, così com’è apparsa in questo girone d’andata, sembra tremendamente corta. E non è una questione quantitativa: i ricambi, da un punto di vista numerico, ci sono. È una questione di qualità, almeno in confronto ai titolari. Innalzare la competitività delle “seconde linee”, o comunque garantire a Lauro maggiori possibilità di scelta, si prefigura come un altro obiettivo cruciale da inseguire nel mercato di gennaio. Mai così determinante come quest’anno.