Mantova Forse non lo sentiremo più parlare fino a dopo i play off: «Basta interviste – ha detto – voglio concentrarmi sulle ultime partite». Di sicuro la conferenza stampa di ieri è stata la più difficile per Massimo Morgia. Perchè ha dovuto inevitabilmente tornare sulla delusione di domenica; e su un campionato che, nonostante numeri eccezionali, non ha portato all’obiettivo stabilito a inizio stagione: la promozione diretta del Mantova in Serie C. Ma lasciamo a lui la parola.
Amareggiato, non deluso – «Fino all’ultimo ero convinto potessimo battere il Sondrio – racconta – . E non sapevo nemmeno cosa stesse facendo il Como. Insomma, ci credevo. Immaginatevi come mi sia sentito al fischio finale: ero sotto un treno. Però non sono deluso: lo sarei se qualcuno non avesse dato il massimo, ma non è il nostro caso. Semmai sono amareggiato. Perchè mai come a Mantova ho trovato le condizioni per vincere».
La piazza ideale – Queste condizioni sono essenzialmente tre: «Per prima la società: perfettamente in linea con quello che mi avevano promesso, non ci è mai mancato nulla, non ho subìto nessuna intromissione, raramente mi era capitato in 30 anni di calcio. Poi i giocatori: un gruppo straordinario, per come mi ha seguito, per come ha recepito i miei princìpi di gioco, accettando ogni mia decisione con la massima tranquillità. Terzo elemento, il pubblico: ci ha accolto bene dall’inizio, via via s’è affezionato facendoci sentire ancora più coesi e riversandoci un affetto che non avevo mai ricevuto nella mia carriera».
I numeri – È il passo successivo dell’analisi di Morgia. «Non avendo nulla da ridire sulla società, sui giocatori e sui tifosi, l’unico rimprovero lo faccio a me stesso. Ma su cosa? Già, perchè poi prendo i numeri e vedo che così tanti punti in vita mia non li ho mai fatti, nemmeno quando ho vinto i miei 4 campionati: 83, frutto di 30 risultati su 33».
Le ragioni della sconfitta – Con queste premesse, al tecnico biancorosso non rimane che omaggiare il Como: «Non mi sento colpe particolari da addossarmi. E non credo neanche alla favola dei punti persi negli scontri diretti: contro Como, Pro Sesto e Rezzato abbiamo sì perso una partita, ma abbiamo vinto l’altra. Contro nessuna squadra che abbiamo affrontato, il saldo tra andata e ritorno è in passivo. E allora perchè siamo arrivati secondi? Perchè abbiamo trovato una rivale che ha fatto cose fuori dal normale, perdendo solo una volta. Dobbiamo prenderne atto e, per questo, faccio i complimenti al Como. Se poi mi chiedete cosa i lariani abbiano avuto più di noi, vi rispondo che per vincere, oltre alle componenti che elencavo prima, serve anche un pizzico di buona sorte. Ecco, forse il Como ne ha avuta un po’ più del Mantova, ma con questo non voglio minimamente sminuire i meriti degli azzurri».
Punto e a capo – E arriviamo all’ultima parte della “confessione” di Morgia. «Sul campionato voglio metterci una pietra sopra – afferma – . Per la società, per la gente e per il rispetto che dobbiamo a noi stessi, siamo chiamati a dare il 100% fino all’ultimo secondo. Domenica a Villafranca e nei play off. Nessuno mi toglierà mai l’amarezza di non aver vinto il campionato: perchè quello mi aveva chiesto Setti e quello era il mio obiettivo. Ora me ne resta un altro: dare la possibilità alla società di giocarsi le proprie carte fino alla fine (tramite ripescaggio, ndr) per riportare il Mantova nei professionisti. Per farlo bisogna vincere i play off ed è su questo obiettivo che riverseremo tutte le nostre energie. Mi sento in debito verso tutti, società in primis e giocatori compresi. Infine lo dobbiamo ai nostri tifosi, che si sono sempre dimostrati educati e sportivi, come piace a me. La stagione non è ancora finita».