MANTOVA – Maltrattamenti e lesioni personali aggravate. Con queste accuse, lo scorso anno, erano state rinviate a giudizio tre operatrici socio sanitarie in servizio alla struttura di riabilitazione “Villa al Lago” di Mantova. A finire dunque sul banco degli imputati S.C., 42enne cittadina indiana residente nel capoluogo virgiliano, V. Z. , 31enne di Porto Mantovano, entrambe difese dall’avvocato Viviana Torreggiani e A.C., 57enne di Curtatone quest’ultima rappresentata dall’avvocato Sandro Somenzi. Nello specifico i fatti a loro ascritti risalivano al periodo compreso tra il febbraio e il giugno del 2016. Quattro mesi in cui, stando al novero delle contestazioni, le tre in concorso avrebbero reiterato in condotte criminose perpetrate ai danni di un 55enne moldavo all’epoca ricoverato nella struttura riabilitativa di viale Dicembre, e affetto da grave patologia invalidante al 100% nonchè già colpito da ictus ischemico in conseguenza del quale aveva riportato la perdita della parola e dell’uso del braccio sinistro. Condotte constate in particolare, sempre secondo il capo d’imputazione, nel legargli i polsi alle sbarre del letto, nel lasciarlo, anche durante le visite dei familiari, con addosso le cinghie della carrucola sollevatrice, vietandogli, disattivandolo, l’uso del campanello di chiamata del personale, nel lasciarlo per ore in preda alla sete e senza cambiargli il pannolone con urina ristagnante; e ancora nel rifiutarsi di lavarlo o tagliargli i capelli adducendo scuse di ogni sorta, e infine rifocillandolo velocemente tanto da rischiare più volte di affogarlo. Inoltre, tra i vari episodi violenti indicati a vario titolo dagli inquirenti, anche due casi di percosse al capo e lesioni consistite in piaghe da decubito di oltre quattro centimetri. Il tutto aggravato dall’aver commesso il fatto nell’esercizio della professione sanitaria. Ieri mattina, con le prime escussioni testimoniali della pubblica accusa, si è di fatto aperta la fase dibattimentale del processo a loro instaurato. A parlare per prima in aula, davanti al giudice Enzo Rosina, la moglie della vittima, quest’ultima poi deceduta nel dicembre di quello stesso anno a seguito dell’aggravarsi della malattia, e occorsa dopo il suo trasferimento in una Rsa di Castiglione delle Stiviere. Prossima udienza aggiornata al 13 aprile per l’esame delle imputate.