MANTOVA La settimana che si conclude oggi non ha portato in dote al Mantova il nuovo direttore sportivo. Fermo restando che tutte le strade portano a Christian Botturi, è il caso di spingerci un po’ più avanti, cercando di individuare chi potrebbe sedere sulla panchina biancorossa. Due le variabili da considerare, tutt’altro che marginali. La prima è legata alla categoria: in attesa di sviluppi sul fronte riammissione/ripescaggio, il Mantova cerca un allenatore con esperienza in Lega Pro, ma pronto nel caso a ripartire dalla D. La seconda variabile è legata al ds, perchè sarà lui in primis a indicare il prescelto, sia pur con l’avallo del presidente Filippo Piccoli.
Ebbene, da fonti attendibili si apprende che Botturi sarebbe orientato a scegliere un tecnico emergente ma non debuttante; dalla forte personalità; e dal curriculum già impreziosito da qualche bel risultato. Diciamo, per fare un paragone impegnativo, uno alla Ivan Juric quando venne scelto per guidare l’Acm. Uno dei più quotati è senza dubbio Andrea Dossena, che già un paio di settimane fa avevamo accostato al Mantova in caso di arrivo come ds di Obbedio. Sarebbe stata la soluzione più logica, visto che i due hanno lavorato insieme nel Renate. Ma Dossena non è legato esclusivamente al suo ex ds, anzi cresce il numero dei club che si stanno facendo avanti per lui (l’ultimo è il Novara). Risponde perfettamente all’identikit “botturiano”: 42 anni, due buone stagioni al Crema in D, un secondo posto col Ravenna sempre in D, e quest’anno l’esordio in C col Renate che ha portato fino al secondo turno dei play off. È un gran lavoratore, come si evince da una sua recente dichiarazione al Giornale di Carate: «Ho lasciato il Renate – ha detto – perchè ho percepito che i ragazzi non sarebbero stati più disposti a sopportare certi carichi di lavoro. Del resto, ero stato chiaro in sede di presentazione: lavorare con me può risultare terribile sotto il profilo fisico e atletico, ma dal mio punto di vista era l’unico modo di compensare l’inferiorità tecnica rispetto alle altre squadre».
Un altro mister che potrebbe fare al caso del Mantova è Luca Tabbiani, già in passato accostato all’Acm. Ha portato il Fiorenzuola in C, per poi centrare due salvezze consecutive. Classe 1979, sembra però diretto al Catania.
Uno dei palmarès più inattaccabili può vantarlo il piacentino Arnaldo Franzini, che col Lumezzane ha appena centrato l’ennesima promozione della sua carriera. Resterà tuttavia a guidare i bresciani in Lega Pro.
È libero il calabrese Roberto Occhiuzzi, 44 anni con alle spalle una stagione completa e due mezze in B alla guida del Cosenza. Nel campionato appena concluso ha condotto alla salvezza in C l’Olbia, ma non è stato confermato. Tra i pretendenti c’è anche un veronese: Marco Gaburro, ex Poggese e fresco di divorzio dal Rimini che ha condotto ai play off.
Più avanti con l’età (è un ’68) è Roberto Cevoli, robusta esperienza in C con Monza, Reggina, Imolese e Renate (quarto posto nella stagione 2021-22). Nell’ultimo campionato ha guidato il neopromosso Novara per le prime 16 partite, poi è stato esonerato con la squadra settima in classifica. Scelta sbagliata: i piemontesi hanno chiuso decimi.
Infine, tre nomi che al momento rappresentano più una suggestione che altro. Il primo è Francesco Modesto, già vicino al Mantova tre estati fa, quest’anno subentrato e poi esonerato dal Vicenza. Il secondo è Aimo Diana, bresciano come Botturi, che ha appena lasciato la Reggiana dopo averla portata in B: improbabile accostarlo ad un Mantova in Serie D, ma in C il discorso cambierebbe… Stesso discorso per la terza “suggestione”: Ivan Javorcic, che proprio a Mantova ha cominciato la sua carriera da allenatore. Su di lui ci sono Cesena e Brescia, piazze che puntano alla promozione contro le quali Mantova per ora non può competere. Ma le vie del calcio, si sa, sono infinite.