Fiera Catena, l’Hub si allarga con uffici e un parcheggio

MANTOVA Al Comune tocca portare a compimento il comparto di San Nicolò. Ai privati invece tutto il resto. Questo è il “compito in classe” a scavalco fra pubblico e privato che si rende necessario per dare sviluppo e conclusione all’ambizioso progetto di riqualificazione di Fiera Catena, secondo l’Hub approvato nove anni fa con il cosiddetto “piano Boeri”. E dopo le operazioni preliminari portate a compimento dal Comune nel problematico nodo urbanistico della ex Ceramica, adesso tocca alla società Vecer realizzare quanto già passato dal filtro della giunta di via Roma: parliamo di importanti insediamenti residenziali, per il terziario, e anche per parcheggi.
Detto in cifre, sia pure approssimative, il quadro riservato all’imprenditoria locale si quantifica in 4mila metri quadrati di superficie lorda di pavimento destinata al settore terziario (commerciale o direzionale), altri 7mila da destinarsi invece a residenze, e per pari metratura, un ampio parcheggio sotterraneo sul quale permane l’alea della destinazione pubblica o strettamente privata.
In questo quadro generale, l’unico tassello mancante è la finalità della quota parte dell’ex Ceramica da 2.700 metri quadrati retrostante alla nuova scuola già realizzata, e acquistata dal Comune per quasi 2 milioni di euro.
Sulla realizzazione del “blocco N” a latere della nuova scuola, al momento esistono solo alcune rappresentazioni plano-volumetriche (che pubblichiamo oggi in anteprima), che dovranno poi tradursi in progetti veri e propri. Ma nel caso, rientriamo nelle competenze dei soggetti privati, che nel caso fanno capo alla società Vecer, proponente e soggetto attuatore del piano attuativo Pa5 di vecchia data, nato nel 2017, e variato negli anni successivi.
«Bene, il privato faccia pure la sua parte, come da programma, ma il Comune riuscirà a portare a compimento quanto di sua competenza nell’ala retrostante la nuova scuola?», solleva il problema l’ex assessore comunale Celestino Dall’Oglio, in relazione all’edificio che oggi si presenta come la sopravvivenza del vecchio rudere già annesso alla ex ceramica. «Da quanto mi risulta, lo stesso sindaco Mattia Palazzi avrebbe ipotizzato la demolizione della struttura. E personalmente, mi pare l’idea migliore, tenuto conto che una ristrutturazione verrebbe a pesare almeno per 9 milioni».