QUINGENTOLE I social network, al giorno d’oggi, consentono di vedere e sapere tutto nel giro di pochi istanti. E, soprattutto, ricordano e mostrano tutto a tutti. È il caso di una frase del sindaco di Quingentole Luca Perlari, pubblicata su facebook tra i commenti alla recente notizia, data ieri dalla stampa locale, di un carabiniere che, a Poggio Rusco, ha riportato la frattura composta della mascella dopo aver rimediato un pugno in pieno volto da un 25enne il quale, per evitare un controllo delle forze dell’ordine, si era dato alla fuga in bicicletta salvo poi venire intercettato.
Su due piedi, letto così, il commento del sindaco quingentolese pare non lasciare spazio ad interpretazioni di sorta: “Bisogna cambiare le ‘regole di ingaggio’ per le forze dell’ordine autorizzandole a sparare. Ormai qua è l’anarchia. Ormai il giusto timore-rispetto per le forze dell’ordine ce l’ha solo la gente onesta…”. Subito sotto, un utente di facebook, tra l’altro, risponde al commento chiedendosi, in poche parole, se sia opportuno che un sindaco si produca in uscite come quella di Perlari. Perché, letta così, la frase del sindaco di Quingentole sembra una richiesta di lasciare carta bianca alle forze dell’ordine quando si tratta di maneggiare le armi in dotazione.
Ma, contattato telefonicamente, Perlari, avvocato originario della provincia di Rovigo e sindaco del paese rivierasco dallo scorso 26 maggio, chiarisce il proprio punto di vista. «Lungi da me – spiega il primo cittadino – invocare un uso “allegro” delle armi da parte delle forze dell’ordine. Io per primo ho il porto d’armi e mi capita di andare al poligono di tiro: so bene che rivoltelle e fucili non sono giocattoli. Quello che dico, però, è che le forze dell’ordine troppo spesso sono vittime di violenza. Ma, si badi bene, non sto parlando di usare le armi per freddare eventuali aggressori o sparare ad altezza uomo. Figuriamoci. Se proprio si dovesse estrarre una rivoltella, dovrebbe essere per sparare in aria, come una sorta di colpo di avvertimento. Ma, come detto, spesso le forze dell’ordine vengono aggredite e per questo motivo ritengo che dovrebbero poter reagire, anche semplicemente usando le mani. Invece ritengo che un po’ tutte le forze dell’ordine, invece che reagire ad eventuali aggressioni, siano parecchio frenate dalle conseguenze penali cui potrebbero andare incontro. Per reagire è proprio necessario che ad un carabiniere venga rotta la mascella o che qualcuno si becchi una coltellata. In ogni caso – conclude il sindaco – nessuno vuole il Far West con sparatorie, sceriffi e banditi. Ma che le aggressioni alle forze dell’ordine siano quotidiane, è un dato di fatto».