MANTOVA – Una strigliata e un ricorso. Le grandi mostre con le quali l’amministrazione comunale guidata da Mattia Palazzi ha ridato corso agli eventi nel recuperato Palazzo della Ragione stanno trasformandosi in un braccio di ferro fra lo stesso Comune e l’Autorità nazionale anticorruzione. Il tutto dietro una denuncia formulata dal Movimento 5 Stelle che aveva visto sia nell’evento dedicato a Chagall che a quello intitlato a Braque irregolarità procedurali in sede di affidamento organizzativo.
L’autority ha recentemente recepito quell’esposto, giudicando che entrambe le rassegne “Marc Chagall come nella pittura così nella poesia” e “Braque vis a vis” non rientrerebbero nella previsione di cui all’art. 63, comma 2, lett. b) n. 1 del decreto legislativo n. 50/2016, ossia una normativa che consentirebbe all’ente locale di potere dare corso a procedure negoziate senza bando in caso di forniture e servizi ritenuti infungibili.
Il Comune dal canto suo ha replicato alla deliberazione dell’Anticorruzione con il ricorso straordinario al Capo dello Stato affidato all’avvocato Paolo Gianolio, ritenendo infondato in diritto amministrativo quanto rilevato dal garante della concorrenza e del mercato.
Il vespaio fu sollevato dal M5S e dai rilievi del gruppo consiliare, supportato da quello parlamentare, nella convinzione che eventi del calibro delle mostre di Chagall e di Braque non potessero essere affidati direttamente, senza alcun bando, a una società (la Mondadori Electa). «Questa società è partner ufficiale della mostra di Palazzo della Ragione», sostenevano i pentastellati, e sulla procedura di affidamento i parlamentari del Movimento avevano presentato un’interrogazione all’allora ministro dei beni culturali Alberto Bonisoli.
Dal canto suo il Comune di Mantova aveva liquidato la questione replicando che per le acquisizioni artistiche non è previsto alcun bando, con riferimento al decreto poi contestato dalla stessa autority.