Crisi Corneliani a giorni al Mise Famiglia al lavoro sugli investitori

MANTOVA – Potrebbe essere convocato già questa settimana, o al più tardi la prossima (comunque entro il mese) il tavolo al Mise per cercare una soluzione alla crisi Corneliani, la cui dirigenza è già orientata sulla richiesta di concordato preventivo. Il problema emerso lo scorso autunno, con annuncio di 130 licenziamenti, sui circa 400 dipendenti stabili, si è inevitabilmente acuita per gli effetti della pandemia, e a questo punto anche la ricapitalizzazione fatta agli inizi dell’anno è stata vanificata. Il sindaco  Mattia Palazzi sembra intenzionato a non lasciare che il processo di mediazione si fermi al tavolo di crisi aperto in Prefettura, e d’accordo col prefetto  Caterina Bellantoni punta ad arrivare in tempi brevi al dicastero dello sviluppo economico. «Domani (oggi, ndr) richiamerò il ministro  Stefano Patuanelli, e già in settimana, o al più tardi la prossima, sposteremo ogni sforzo al Mise», commenta il sindaco.
Frattanto gli occhi sono puntati sulla possibile svolta da più parti ipotizzata, di un rientro in scena della famiglia Corneliani, la cui partecipazione nella compagine societaria è scesa attualmente al 16%, dal 48% pre-ricapitalizzazione di 5 milioni operata dal fondo. Una ricapitalizzazione sofferta, specie dopo che la stessa famiglia aveva portato in giudizio il fondo dietro l’accusa di mancati impegni e mancati investimenti, oltre che di malagestione di un’azienda consegnata “sana”, e di lì a poco finita in difficoltà.
L’azione della famiglia Corneliani parrebbe essere decisa a non lasciare andare alla deriva uno dei fiori all’occhiello dell’economia virgiliana, e ne sarebbero documento numerosi contatti con vari istituti di credito.
Frattanto l’azione sindacale attende l’appuntamento in settimana dal prefetto mantenendo ferma la linea dura che si tradurrà venerdì pomeriggio nella manifestazione dei lavoratori per le vie della città. I punti fermi delle sigle sindacali? «Ritiro del concordato e nuova ricapitalizzazione è quello che chiederemo, sperando di poterlo fare guardando direttamente negli occhi la proprietà», recita una nota della Cgil.
Frattanto ieri ai cancelli di via Panizza su invito della stessa sigla sindacale è arrivato il senatore dem  Matteo Richetti. Il parlamentare si è voluto confrontare con i lavoratori in presidio fuori dai cancelli, con le Rsu aziendali e con i sindacati provinciali sulla crisi che colpisce l’azienda. «Questo chiediamo alla politica per rispettare la nostra mobilitazione, quella che ci vuole davvero aiutare: venire da noi, ascoltare la voce della fabbrica direttamente da operai e impiegati, confrontarsi sulle possibili soluzioni e mettersi a disposizione. La nostra lotta non è una vetrina da strumentalizzare», ammonisce la Filctem Cgil dai social.