Mantova Trentenne da quattro giorni, Simone Minincleri è abituato a volare alto. Vedere per credere le 4 promozioni conquistate negli ultimi 5 anni, con Pistoiese, Siena, Piacenza e Rieti. Ora ci prova col Mantova.
Simone, ti è mai capitato di conquistare così tanti punti in una stagione?
«Sì, al Piacenza. Ma con una differenza: allora a marzo avevamo già vinto il campionato!».
Quest’anno invece si rischia il fotofinish…
«È stimolante. Per chi vince sarà un grandissimo motivo d’orgoglio; per chi arriva secondo l’amarezza sarà molto forte».
Cosa farà la differenza?
«Gli episodi. Confido in arbitraggi onesti, senza favori nè per noi nè per il Como. E che tutto si svolga nella maniera più corretta e sportiva».
Ci voleva questa sosta?
«Io sto bene, sarei andato avanti ad oltranza (ride, ndr). Scherzi a parte, qualche mio compagno aveva bisogno di recuperare energie. Quindi sì, ben venga la sosta».
Quanto conterà la condizione fisica nelle ultime 8 partite?
«Non più della tenuta mentale. Le ultime 8 gare andranno giocate con i nervi ben saldi. Però certo, conterà anche la condizione atletica, visto che dovremo tenere l’acceleratore premuto al massimo fino alla fine».
Quali differenze tra voi e il Como?
«Noi puntiamo sul gioco manovrato e palla a terra, loro sulla fisicità. Sono due filosofie diverse, entrambe vincenti».
Ripensate ancora alla sconfitta nello scontro diretto?
«Personalmente sì, ci sono rimasto male. Ma voglio guardare il lato positivo: sconfitte così possono essere devastanti sul piano morale. E invece abbiamo vinto tutte e tre le gare successive. Credo che proprio queste tre vittorie siano state le più importanti dell’anno. Anzi: voglio ringraziare i tifosi, che ci hanno sempre incitati. Ricordo quando, col Villa d’Almè, ci hanno richiamati due volte sotto la curva. In tanti anni di carriera non mi era mai successo».
In quale aspetto potete ancora migliorare?
«Abbiamo un potenziale offensivo clamoroso e dovremmo sfruttarlo meglio. Servirebbero meno errori nell’ultimo passaggio e maggior cattiveria sottoporta».
Come interpreti le recenti lamentele del Como?
«Come un segno di debolezza, che potrebbe influire sulla loro tenuta. Ma potrebbe essere anche una strategia per caricare la squadra. Spero solo che gli arbitri non ci caschino».
Voi e il Como avete un calendario molto simile. Quale può essere la partita chiave?
«Per noi quelle con Pro Sesto e Rezzato. Per loro Rezzato e Caronnese».
Ripartire con un avversario forte come la Pro Sesto è un bene?
«Secondo me sì. Perchè la concentrazione, dopo una settimana di stop, è al massimo».
Soddisfatto della tua stagione?
«Sì. Mi dispiace solo per l’infortunio al polpaccio che mi ha fatto saltare qualche partita. Ora però sto bene».
Ultimamente ti sei specializzato negli assist…
«È vero. Una volta segnavo di più, adesso metto gli altri nelle condizioni di segnare. Mi va bene così, anche se la gioia che ti dà un gol è unica».
A proposito di gol: a quando uno su punizione, la tua specialità?
«A quando ce ne assegneranno una (ride, ndr). Anzi, faccio un appello agli arbitri: se proprio non volete darci i rigori, dateci almeno una punizione! Scherzo, ovviamente».
Come ci si sente a 30 anni?
«È un bel traguardo. Come calciatore mi sento forte e maturo. Sono contento di mettere queste qualità a disposizione del Mantova».