Mascherine chirurgiche a prezzo calmierato quasi impossibili da reperire

Leleco mentre distribuisce mascherine a domicilio
Leleco mentre distribuisce mascherine a domicilio

MANTOVA Sono ancora le mascherine chirurgiche, e non solo, al centro del dibattito e della polemica anche per questa nuova fase dell’emergenza sanitaria. Se nel momento di massima allerta pandemica il problema principale era rappresentato dal difficilissimo reperimento di mascherine chirurgiche ora, in questa nuova fase il problema è costituto dalla vendita di tali dispositivi al prezzo fissato dal commissario straordinario per l’emergenza Covid Domenico Arcuri, ovvero 50 centesimi più Iva. Sono ancora lemascherine chirurgiche quindi a dividere e a far montare la polemica soprattutto tra lo stesso Arcuri e le associazioni di categoria dei farmacisti. «La vera incognita – spiega Marco Cavarocchi presidente dell’Ordine dei Farmacisti di Mantova – è costituta proprio dal problema del costo. Noi non sappiamo bene dove reperire con continuità e numero mascherine da vendere a 61 centesimi, in quanto i fornitori continuano a chiedere cifre ben più alte, quindi attendiamo di cogliere al volo opportunità in tal senso sul mercato. Ma questa non è la strada giusta, nessuno al momento e mi riferisco in primis al commissario Arcuri ci ha spiegato dove poterle acquistare a cifra calmierata. Le sue dichiarazioni, comprese quelle rilasciate oggi sui fantomatici 55 milioni di mascherine a disposizione delle Regioni  (ieri – ndr) ci lasciano amareggiati e al contempo imbarazzati, lo stesso imbarazzo che ci coglie tutte le volte che non riusciamo ad aiutare nel concreto un nostro cliente proprio ora, che nell’imminenza del 18 maggio ci sarà un ulteriore aumento della domanda di mascherine anche da parte di quelle attività commerciali che potranno ripartire. Per assurdo sono molto più facile da reperire sul mercato le Ffp2». Restando sempre in tema di dispositivi di protezione individuale, le mascherine chirurgiche non sono l’unica nota dolente. «Sta diventando molto complicato – prosegue Cavarocchi – anche approvvigionarsi di guanti protettivi in nitrile. I prezzi alla fonte sono altissimi, alcuni davvero impossibili da accettare per le farmacie. Ma in questo caso tale strumento protettivo non è essenziale come le mascherine. Molto più importante infatti è avere quando si esce di casa del gel igienizzante. Stesso discorso anche per i termometri a distanza ora come ora davvero introvabili forse per il fatto che per la stragrande maggioranza vengono prodotti in paesi asiatici quali Cina o Corea. Il fatto, però, è che sono molto richiesti. Il problema è che in passato è stata sottostimata a livello di istituzioni l’importanza del settore salute, visto spesso come un costo e non come un settore strategico. Un aspetto che andrebbe profondamente rivisto, partendo dalla rinascita di una produzione interna». Buona notizia invece per quanti fossero alla ricerca di un saturimetro praticamente a disposizione di tutte le farmacie. «Questo strumento – conclude – che serve per misurare l’ossigenazione del sangue e quindi utile per sapere lo stato di salute dei polmoni, potrebbe incorrere in un boom di richieste proprio dal prossimo autunno, in vista ma speriamo di no, di un ritorno di influenze di stagioni e virus».